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Formula 1

F1, gerarchie confuse tra Leclerc e Vettel. Ora serve fare chiarezza

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Mattia Binotto si sta rendendo sempre più conto, a sue spese,e che il ruolo del team principal di una scuderia di Formula Uno è quanto mai complicato. Per questa figura si deve essere tante cose contemporaneamente. Si deve dare l’indirizzo giusto dal punto di vista tecnico, si deve guidare il team a livello politico, si deve valutare quale strategia adottare, ci si deve circondare di una squadra che deve proporre una vettura competitiva, ma non è sufficiente. E’ necessario anche qualcos’altro. Il nativo di Losanna nelle ultime settimane si è reso conto in maniera ancor più netta che un team principal deve essere anche un perfetto equilibrista per gestire i rapporti interni tra i suoi piloti.

Dopo mesi tutto sommato tranquilli, infatti, sta deflagrando in maniera sempre più evidente la difficoltà di gestione di due “maschi alpha” come Charles Leclerc e Sebastian Vettel in rigoroso ordine alfabetico, così nessuno dei due, nel caso, si può offendere. Le prime decisioni furono prese dal muretto box già a Melbourne, con il monegasco al quale fu chiesto di non sorpassare il compagno di team. In alcune altre occasioni il giovane rampante fu, sostanzialmente, “stoppato” a favore della prima guida e, evidentemente, questo aspetto non è piaciuto troppo all’ex Alfa Romeo Sauber.

Con il passare degli appuntamenti, ed a suon di risultati, Charles Leclerc ha inanellato una serie di ottime prestazioni, per prendere lui quel ruolo, quell’attestato che poteva metterlo al riparo da strategie e ordini di scuderia. Le vittorie di Spa e Monza, e la splendida pole position di Marina Bay, avevano portato il monegasco in vetta alle gerarchie, ma il Gran Premio di Singapore ha cambiato tutto. Dopo un primo stint nel quale il 21enne aveva condotto la gara senza patemi, il pit-stop anticipato del tedesco lo ha issato in prima posizione, e ha mandato su tutte le furie Leclerc.

Da quel momento in avanti i Gran Premi della scuderia con il Cavallino Rampante sono stati vissuti più nei team radio che in pista. Il numero 16, infatti, a Marina Bay ha iniziato a chiedere con forza di potersi andare a riprendere la prima posizione, ma il team lo ha ampiamente sconsigliato su questo proposito, quindi a Sochi è arrivato il secondo capitolo della “saga”, e stavolta è molto più corposo.

Dopo una strategia al via studiata, e messa in atto alla perfezione, Sebastian Vettel era chiamato a restituire la posizione al suo vicino di box. Anche in questo caso le comunicazioni con i box non sono mancate, con Charles a richiedere quanto gli spettava, mentre Seb facendo “orecchie da mercante” provava a fare di tutto per non sottostare agli accordi pre-gara. Una situazione diventata più spinosa chilometro dopo chilometro, risolta da una sosta ai box imposta dalla scuderia e, subito dopo, da un problema alla vettura numero 5.

Ed ora? Come si potrà gestire tutto questo? La Ferrari ha provato a imporre la sua linea, ma soprattutto in Russia sembra avere solamente peggiorato il rapporto tra i due piloti. Da un lato Leclerc si sente in credito, dopo aver sempre obbedito agli ordini, dall’altra Vettel vede un compagno di squadra che non si aspettava subito così forte e temibile, che lo sta mettendo in difficoltà e, quindi, prova in ogni modo a rimettersi in cima al piedistallo di Maranello. Un compito tutt’altro che semplice. Proprio come quello di Mattia Binotto che, come detto, dovrà essere un vero equilibrista d’ora in avanti. No, non stiamo parlando delle ultime cinque gare di questo campionato (che comunque peseranno come piombo), piuttosto per quel che riguarda la prossima stagione.

La Ferrari nel 2020 si presenterà ai nastri di partenza della nuova annata con due campioni al volante che, entrambi, vorranno puntare al titolo. Nessun regalo, nessuno sconto al vicino di box. Ogni risultato dovrà essere conquistato in pista. Questo appare inevitabile. Solamente il campionato eleggerà la prima guida, ben sapendo che, tuttavia, il secondo non sarà certo uno scudiero alla Valtteri Bottas con Lewis Hamilton. Mattia Binotto lo sa perfettamente. Tutti i suoi pensieri si stanno concentrando su questo aspetto. Nemmeno il team emiliano poteva aspettarsi che la rivalità interna esplodesse così rapidamente e in maniera così netta.

Due campioni. Due personalità completamente differenti. Due carriere in momenti opposti. Un futuro in gioco. Una macchina in comune. Un solo gestore: Mattia Binotto. In bocca al lupo e buon lavoro al team principal di Maranello. Nei prossimi mesi non avrà certo un compito semplice da svolgere. Anzi.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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