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Ciclismo, Mondiali 2019: il borsino e la condizione dei favoriti. La griglia di partenza: Van der Poel e Alaphilippe in pole, ma occhio alle sorprese

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Manca appena un giorno alla prova in linea dedicata agli uomini elite dei Campionati del Mondo di ciclismo su strada 2019 dello Yorkshire. La tensione è, ormai, alle stelle. Di seguito, con il nostro borsino, andiamo a snocciolare i nomi dei favoriti e ad analizzarne pregi, difetti e condizione attuale.

PRIMA FILA

1) Mathieu Van der Poel (Olanda): il campione del mondo in carica di ciclocross è considerato dai più il favorito principe. Il percorso, ricco di strappi, curve e discese, infatti, ben si presta alle sue caratteristiche di corridore scattante capace di prodursi in continui cambi di ritmo e di recuperare velocemente tra uno sforzo e l’altro. La gamba sembrerebbe essere quella dei giorni migliori, come testimoniano le tre vittorie di tappa, con annesso successo nella classifica generale, al recente Tour of Britain. Deve fare attenzione, però, perché tutti gli correranno contro. Inoltre, la scarsa esperienza ad alti livelli non gioca a suo favore.

2) Julian Alaphilippe (Francia): il francese è reduce da una stagione da incorniciare: ha vinto, tre le altre cose, Milano-Sanremo, Freccia Vallone e due tappe al Tour de France. Il percorso è adatto alle sue caratteristiche, visti i vari strappi in cui potrà far valere il suo cambio di ritmo. Inoltre, è anch’egli un corridore cresciuto nel ciclocross, per cui su un tracciato molto esigente dal punto di vista planimetrico se la caverà molto meglio di altri. La condizione esibita durante le classiche canadesi, però, non sembra quella di questa primavera e questo potrebbe essere un problema dato che Julian ha bisogno di uno stato di forma eccelso per contrastare Van der Poel.

3) Greg Van Avermaet (Belgio): van Avermaet è un altro corridore che sicuramente si troverà a suo agio sulle stradine di Harrogate. Non a caso, nel 2018, ha anche vinto il Tour de Yorkshire. La condizione è ottima, inoltre, come testimonia il successo al GP de Montreal. Il campione olimpico ha dalla sua anche un buono spunto veloce, però contro gli uomini più rapidi, come Kristoff e Van der Poel, difficilmente potrà spuntarla, per cui, per vincere, dovrà provare a portare via un gruppetto composto da gente più lenta di lui.

4) Philippe Gilbert (Belgio): anche l’altro leader del Belgio gode di una gamba eccezione, basti vedere come ha vinto le tappe di Bilbao e Guadalajara alla Vuelta. Difficilmente potrà vincere come faceva qualche anno fa, ovvero staccando tutti sugli strappi, dato che Alaphilippe e Van der Poel, ad oggi, sembrano superiori quando la strada tira all’insù. Tuttavia, Gilbert resta un vecchio volpone e lui e Van Avermaet potrebbero mettere nel sacco i rivali grazie alla superiorità numerica. Sempre che vadano d’accordo, s’intende, dato che è risaputo che i due non si amano.

SECONDA FILA

5) Peter Sagan (Slovacchia): fa un po’ strano trovare in quinta piazza un corridore che ha vinto tre degli ultimi quattro Mondiali, ma Sagan paga il fatto di arrivare da una stagione in cui non ha mai convinto. Lo slovacco, sin dalla primavera, è sembrato soffrire gli sforzi ripetuti e tra classiche canadesi e Primus Classic non ha palesato la gamba che si sperava avesse in questo periodo dell’anno. Anzi, nell’ultima corsa citata ha faticato molto a tenere le ruote di Van der Poel e Van Avermaet su un muro molto breve.

6) Alejandro Valverde (Spagna): questo Mondiale, sulla carta, sembrava un po’ troppo facile per Alejandro Valverde, ma vista la selezione che c’è stata nelle gare dedicate a juniores e U23, la prospettiva è cambiata radicalmente per lui. Oltretutto, il campione del mondo in carica è uscito alla grande da una Vuelta conclusa con una sorprendente seconda posizione. C’è da dire, però, che il percorso di questa rassegna iridata ricorda un po’ quello dell’Amstel Gold Race, gara storicamente indigesta per El Embatido.

7) Matteo Trentin (Italia): al contrario di Sagan, l’alfiere azzurro arriva da una stagione ottima. Ha già vinto sei gare di cui le ultime due, una tappa al Tour of Britain e il Trofeo Matteotti, nell’ultimo mese, segno che si presenta al Mondiale con la gamba giusta. Il suo problema è che gli sembra mancare qualcosa a livello di motore per poter battere Van der Poel e Alaphilippe.

8) Alexey Lutsenko (Kazakistan): Lutsenko non esce dai tre uomini più in forma al via del Mondiale. Giusto la settimana scorsa ha vinto Coppa Sabatini, con 73 km di fuga solitaria, e Memorial Pantani, con una stoccata all’ultimo km. In carriera ha sempre fallito nei grandi appuntamenti, ma stavolta sembra avere la condizione ideale per fare finalmente un grande risultato in una delle gare in linea più prestigiose.

TERZA FILA

9) Alexander Kristoff (Norvegia): l‘uomo che nessuno vorrebbe portarsi allo sprint, di recente, si è un po’ nascosto. La vittoria ottenuta al Giro di Repubblica Ceca, beffando il duo Quick-Step Viviani-Morkov, lascia, però, trasparire una condizione senza dubbio non disprezzabile. Tuttavia, per quello che si è visto in questi giorni, il circuito di Harrogate potrebbe anche rivelarsi troppo duro per lui.

10) Michael Matthews (Australia): il tracciato in programma domenica, invece, è sicuramente adatto a Michael Matthews, corridore che in carriera è anche arrivato 4° alla Liegi-Bastogne-Liegi. Lo sprint con cui ha messo tutti in fila al Gp de Quebec ci fa capire che la condizione è ottima. Dato lo spunto veloce di cui gode, domenica potrebbe essere un cliente scomodo per tutti, anche se, in caso di corsa molto dura, rischia di arrivare a fine gara privo di energie.

11) Remco Evenepoel (Belgio): prima della crono iridata, Remco aveva detto di avere la miglior condizione della stagione, e il secondo posto ottenuto, poi, in quella prova, lo testimonia. Il belga è pronto a correre all’attacco come suo solito, in un circuito ove a stare davanti si spende meno che a stare dietro. Se dovesse partire, andare a riprenderlo sarà, come sempre, un’impresa veramente impervia.

12) Michael Valgren (Danimarca): il vincitore dell’Amstel Gold Race 2018 è stato protagonista di una stagione a dir poco opaca. Da un mesetto a questa parte, però, Valgren sembra aver ritrovato il colpo di pedale dei giorni migliori. Alla Bretagne Classic ha chiuso quarto, mentre al Gp de Montreal ha fatto quinto. Attenzione, dunque, a lui, che sa bene come si fa a vincere quando gli altri lo sottovalutano.

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Foto: Valerio Origo

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