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Ciclismo, Mondiali 2019: i promossi e bocciati. Pedersen e l’Italia al top, malissimo Alaphilippe e il Belgio

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Ancora tempo di bilanci, con il Mondiale 2019 di ciclismo nello Yorkshire che va in archivio. Giornata da tregenda ieri, quella nella quale si è imposto a sorpresa il danese Mads Pedersen. Andiamo a rivivere per l’ultima volta la prova iridata con i promossi e i bocciati.

Promossi

Mads Pedersen: chi se lo sarebbe mai aspettato? Bookmakers e addetti ai lavori sicuramente no. Difficilmente ci avrebbero puntato anche i danesi stessi, che in squadra avevano altri nomi di rilievo del calibro di Asgreen e Fuglsang. Per gli scandinavi arriva il primo titolo iridato della storia con una prova monstre del 23enne che anticipa i tempi, rientra sui primi, e poi dà tutto per rimanere con Trentin e batterlo in volata. Eccezionale, c’è solo da fargli i complimenti.

Matteo Trentin: bocciato per gli ultimi 200 metri, ma fino a quel momento ha disputato una prova iridata davvero inattaccabile. Tiene la ruota di van der Poel in salita (il che è tutto dire, visto che non ci è riuscito nessuno), trova Moscon davanti e fa il vuoto. Nel momento più importante forse della carriera però si spegne la luce: una delusione atroce, ma un argento guadagnato.

Italia: a parte Ulissi, sfortunato ad uscire fuori gara in un momento decisivo, tutti e otto gli azzurri hanno dimostrato di essere al top. Guidati da un Davide Cassani ancora una volta eccezionale, gli italiani sono riusciti a creare la situazione di gara giusta per provare a portarsi a casa il titolo. È mancata solo la volata conclusiva.

Stefan Kung: in calo a cronometro, in netta crescita in questo finale di stagione nelle prove in linea. Nessuno però si sarebbe aspettato di vederlo a lottare per il titolo e a conquistare poi un grande bronzo.

Remco Evenepoel: a 19 anni una prova di carattere, l’ennesima. Gilbert cade, lui gli si affianca e prova in tutti i modi a riportarlo in gruppo, addirittura rincuorando il veterano belga. A volte non contano solo le gambe.

Bocciati

Mathieu van der Poel: il ruolo di grande favorito forse non ha aiutato. L’attacco è stato portato nella maniera giusta, lo spettacolo è stato il solito al quale ha abituato. A 10 chilometri dall’arrivo però la crisi inaspettata. Un momento di difficoltà tremendo. Dovrà reagire da questa delusione.

Belgio: una Nazionale piena di stelle che non ha saputo reagire alla caduta del primo capitano. Van Avermaet si è accontentato di attendere lo sprint finale, che gli è valso solamente l’ottava piazza.

Peter Sagan: questa volta la tattica attendista non paga, anche perché, a vederlo, sembrava che ne avesse davvero di più di tutti. Sul finale dà una sgasata e si prende la quinta piazza, ma ormai è troppo tardi.

Julian Alaphilippe: la Francia a lavoro tutto il giorno per uno dei grandi favoriti che nel momento decisivo però non riesce a tenere il ritmo di Trentin e van der Poel.

Spagna: praticamente mai visti. Ritirati via via che la corsa è andata avanti. Alejandro Valverde un fantasma nell’anno nel quale doveva difendere il titolo.

 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Yorkshire 2019/SWPix.com

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