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Calcio femminile, Giorgia Spinelli si racconta: “Giocare in Francia è un sogno, voglio la maglia dell’Italia”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Credere fortemente nei propri sogni perché il duro lavoro paga. Ne sa qualcosa Giorgia Spinelli, classe 1994, calciatrice di riferimento dello Stade de Reims, compagine francese neopromossa nella Division 1. Una grande annata per Spinelli, centrale difensivo del club transalpino, che ben si è distinta in questa esperienza all’estero nella stagione scorsa. La nostra portacolori si è ritagliata un ruolo da protagonista in questa formazione, guadagnandosi anche la fascia da capitano grazie alle sue prestazioni. Con 15 vittorie in 19 gare, Giorgia e compagne hanno saputo riportare nel massimo campionato la loro squadra dopo 30 anni d’assenza. Cresciuta nelle giovanili dell’Atalanta, la 25enne nativa di Ponte San Pietro (Bergamo) ha vestito le maglie del Mozzanica e dell’Inter femminile prima di prendere una decisione non semplice ma coraggiosa. Nel 2017, infatti, arriva l’offerta del club transalpino, accettata dalla giocatrice italiana. Con le selezioni nazionali, ha fatto parte dell’Under17, Under19 ed è stata convocata dalla Nazionale A quando sulla panchina c’era Antonio Cabrini. Tra i suoi obiettivi, ovviamente, c’è anche il ritorno in azzurro. Oggi il suo esordio nel torneo più importante in Francia e il battesimo sarà del fuoco, contro la formazione più forte d’Europa e del mondo, ovvero Olympique Lyonnais. Di questo e tanto altro ha parlato Spinelli, in un’intervista concessa ad OA Sport.

Giorgia, l’anno scorso tu e le tue compagne avete centrato la promozione nella massima serie dopo 30 anni d’assenza. Un motivo di grande orgoglio. In che modo ti prepari per affrontare uno dei campionati più competitivi del Vecchio Continente?

Affronto questo campionato con tanto entusiasmo consapevole che andremo ad incrociare alcune tra le giocatrici più forti al mondo. Per preparare al meglio questa stagione ci alleniamo molto di più rispetto allo scorso anno anche con sedute personalizzate sia in campo che in palestra. A volte capita di allenarci anche 3 volte al giorno tenendo conto anche della seduta in palestra. Mettiamo molta più intensità in tutto quello che facciamo per arrivare pronte alla sfida. Personalmente curo ogni dettaglio, dalla nutrizione all’aspetto mentale“.

Giocare in Francia cosa ha voluto dire per te e quanto sei cresciuta grazie a questa esperienza?

“Per me è stato il coronamento di un sogno perché ho potuto fare della mia passione un lavoro, un traguardo impensabile fino a qualche anno fa. Sono cresciuta tantissimo come calciatrice, ma soprattutto come persona, era la mia prima esperienza lontano da casa e devo dire che ho reagito fin da subito alla grande a questo cambiamento. Sono stata accolta dalla società e dalle mie compagne benissimo, come in una seconda famiglia ed è stato un elemento essenziale per il mio inserimento all’interno della squadra tanto da guadagnarmi la fascia di capitano solo dopo qualche mese. Grazie a questa esperienza ho potuto imparare anche il francese, non è da poco, visto e considerato che al giorno d’oggi saper parlare varie lingue è molto importante. La vittoria del campionato lo scorso anno e il fatto di aver alzato la Coppa da capitano rimarrà un ricordo incredibile, la prima volta non si scorda mai, è stata la ricompensa di tanti sacrifici, miei e dei miei genitori quando ero più piccola”.

Quali sono le differenze sostanziali che hai notato tra calcio italiano e calcio francese?

“Come ho sempre detto dipende dalle partite, ma nella maggior parte dei casi capita di avere maggiore fisicità rispetto all’Italia, maggiore intensità di gioco. In Francia a livello di strutture, escludendo le top italiane, sono molto più avanti, abbiamo tutto a disposizione per lavorare al meglio!”

 

L’Italia, ai Mondiali 2019, ha dimostrato di essere all’altezza della situazione e di rientrare tra le prime otto compagini della rassegna, molte delle quali formate da atlete professioniste. Che idea hai del professionismo e pensi che sia uno step indispensabile per la crescita del nostro calcio in rosa?

“Sicuramente il percorso dell’Italia ai Mondiali è stato strepitoso, nessuno immaginava una crescita così esponenziale dell’intero movimento, ma penso che il professionismo sia fondamentale per poter fare quel salto di qualità in più e raggiungere il livello degli altri paesi. Piano piano sono sicura che arriverà”.

 

A quali giocatori o giocatrici ti ispiri?

“Calciatore direi Javier Zanetti, l’ho conosciuto personalmente quando giocavo all’Inter ed è una persona straordinaria prima di essere un esempio sul rettangolo verde. Come calciatrice direi Wendie Renard del Lione. Pensare che tra poco giocherò contro di lei mi vengono i brividi. Una grande atleta che fino a poco tempo fa potevo vedere solo in tv”.

Quali sono i tuoi obiettivi personali per la prossima stagione?

“Sicuramente giocare e affermarmi in prima divisione, cercare la salvezza il prima possibile! E un pensiero alla Nazionale maggiore c’è sempre e continuerò a lavorare sodo per vestire quella maglia!” 

Che cosa diresti a una bambina che vuole approcciarsi alla pratica del calcio femminile?

Direi che oggi si può sognare di diventare una calciatrice, di prendere dei rischi, di non fermarsi davanti ai pregiudizi della gente perché la passione va al di là di ogni cosa“.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Ufficio Stampa Stade de Reims

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