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Basket, Mondiali 2019: Italia, un torneo come da copione. Cosa è mancato per approdare ai quarti di finale

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E’ finita con tanti rimpianti, perchè, come detto anche da alcuni giocatori, l’opportunità era grande e l’occasione di battere la Spagna c’era. L’Italia è eliminata dal Mondiale di basket e fatali sono state le sconfitte con la Serbia nella prima fase e soprattutto quella di oggi contro gli iberici. Due ko contro squadre più esperte e forti di noi, anche se c’è la sensazione che soprattutto con la formazione di coach Scariolo si poteva vincere.

Vanno comunque ricordati tutti i problemi in fase di preparazione, le tante sconfitte prima di arrivare in Cina, la non perfetta condizione di Gigi Datome e l’assenza di Niccolò Melli. E’ innegabile che sarebbe stata un’Italia diversa con in campo il neo giocatore dei New Orleans Pelicans, che avrebbe dato la possibilità di trovare soluzioni diverse, come quella del gioco sotto canestro.

Questo non deve pesare sui vari Biligha, Brooks e Tessitori, perchè a loro, per fisico o semplicemente non per loro natura di gioco, si può veramente imputare davvero poco. Anzi oggi Biligha è stato uno dei migliori, riuscendo a contenere un campione NBA come Pau Gasol a soli due punti. I centimetri sono mancati soprattutto contro la Serbia, che resta una corazzata strepitosa, ma contro la Spagna sono altri i fattori che hanno portato alla sconfitta.

Tra questi c’è ovviamente il 3/16 al tiro di Marco Belinelli, mancato proprio nel giorno più importante. Una serata cinese terribile per la guardia azzurra, che ha forzato troppo e si è intestardito nel voler vincere quasi da solo l’incontro. E’ mancata lucidità, freschezza mentale proprio da uno dei più esperti e da colui che insieme a Gallinari doveva essere il leader della squadra.

Una Spagna tenuta a soli 67 punti fa salire i rimpianti, ma l’attacco azzurro ha prodotto soli 60 punti, bloccandosi negli ultimi minuti del quarto quarto, con scelte sbagliate e soprattutto con una rotazione di palla inesistente. Troppo fermi gli azzurri, troppi palleggi e la difesa spagnola ha sbarrato la strada ai sogni italiani. Ancora una volta un finale di partita gestito male, proprio come nel 2015 contro la Lituania e poi nel Preolimpico di Torino contro la Croazia. Quel “ci manca ancora qualcosa” detto da Sacchetti a fine partita forse resta proprio in questo. Tre episodi molto simili, con un’Italia che è mancata sempre nel momento del definitivo salto di qualità.

Adesso tutta l’attenzione è rivolta al Preolimpico, obiettivo minimo centrato in questa rassegna iridata. Non si conoscono ancora le avversarie e con molta probabilità sarà ancora un’Italia diversa il prossimo luglio. Passata la rabbia della sconfitta sarà il momento della riflessione e della preparazione ad un appuntamento che è davvero l’ultima grande occasione per un’intera generazione.

 

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Credit: Ciamillo

DI Andrea Ziglio

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