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Atletica, Mondiali 2019. Tamberi: “Sono carico da morire, Tortu mi ha dato adrenalina”. Re: “L’obiettivo è la finale”

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C’è grande attesa a Doha per l’esordio di Gianmarco Tamberi e Davide Re ai Mondiali 2019 di atletica leggera, due uomini di punta della nostra Nazionale scenderanno in pista nella giornata di domani impegnati rispettivamente nelle qualificazioni del salto in alto e nelle batterie dei 400 metri. Gli azzurri vogliono incominciare al meglio la propria avventura nella rassegna iridata, il marchigiano è al rientro dopo un lungo stop dovuto a dei problemi fisici mentre il ligure si è reso protagonista di una stagione spettacolare con tanto di record nazionale. Di seguito le dichiarazioni che hanno rilasciato in conferenza stampa.

Gianmarco Tamberi: Quest’anno è stato particolare, pieno di imprevisti e problemini. Non gareggio da tre mesi: la cosa mi dovrebbe buttar giù e invece mi carica da morire. Le condizioni fisiche non sono al top e di conseguenza devo compensare con la componente mentale. Siamo a ottobre ma praticamente per me è l’esordio stagionale, è un inizio che spero finisca bene. I problemi? Una catena: dalla microlesione al piede prima di partire per Shanghai in maggio, recuperata nel giro di dieci giorni. Poi sono tornato per il Golden Gala dove volevo gareggiare a tutti i costi: anche in stampelle l’avrei fatto. A Opole, in Polonia, ho preso una tallonata in riscaldamento. Tutte cose passate in pochi giorni ma tutte nel periodo-gare e non mi hanno permesso di scendere in pedana. Il fatto di arrivare qui con pochissime gare alle spalle fa sì che debba venir fuori lo spirito di agonista. Pensando a Tokyo 2020, vedo un vantaggio sugli altri: io non aspetto altro che ricominciare la preparazione per i Giochi, mentre gli avversari alla fine di questa stagione saranno stanchi. Qui a Doha gareggio con me stesso e contro me stesso. Mi sto mettendo alla prova. Poco pubblico? Ho talmente tanta energia dentro che non lo considero un problema. Ce l’ho un po’ con Filippo Tortu perché non mi ha fatto dormire l’altra notte per l’adrenalina. La sua finale mi ha dato una carica pazzesca, è stato davvero bravo. Mi dispiace tanto per Marcell Jacobs perché anche lui meritava la finale. È bello che questo movimento azzurro stia crescendo e nella riunione della squadra ho preparato un video con i messaggi di tanti amici sportivi, da Vieri a Paltrinieri a Datome, per motivare tutta la squadra”.

Davide Re: “Anche per me è stato un 2019 emozionante: prima il record italiano di 45.01 che mi ha lasciato ancora stimoli per andare oltre, poi il nuovo miglioramento di 44.77 a La Chaux-de-Fonds. Non vedo l’ora di gareggiare, non ce la faccio più ad aspettare! In questo momento fisicamente sto bene, di testa sono davvero motivato e non mi nascondo dietro a un dito: l’obiettivo è la finale. Con i tempi che ho corso quest’anno si può fare. Il confronto a distanza con Filippo Tortu mi ha aiutato tanto: il fatto che lui sia riuscito a scendere sotto i 10 secondi nei 100 mi ha fatto capire che era possibile abbattere il muro dei 45 nei 400 e allo stesso modo la sua finale di Doha nei 100 mi fa credere che sia possibile anche la mia. Credo servirà 44.70/44.80 per entrare, almeno mezzo secondo in meno per il podio. L’oro? Punto su Kirani James, che ha fatto soltanto una gara il 6 settembre, correndo praticamente da solo ad Andujar, in Spagna, ed è stato illuminante. Sulla mia presenza, o meno, nella staffetta mista abbiamo riflettuto tanto: penso che correrla avrebbe potuto sottrarre un po’ di quella energia che può fare la differenza e avrebbe sacrificato la mia presenza nella 4×400 classica. Ora voglio dedicarmi anima e corpo in questo tentativo senza precedenti, e poi ci concentreremo sulla staffetta”.

 

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Foto: FIDAL/Colombo

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