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Nuoto, Coppa del Mondo 2019. Pellegrini instancabile a Tokyo. Martinenghi e Condorelli: il contesto giusto per ripartire

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Tre giorni di gare, tre italiani al via, tre podi. Tre è il numero magico per l’Italnuoto presente ai minimi termini (ma sempre meglio del nulla di tante altre edizioni) nella prima tappa di Coppa del Mondo che si è disputata a Tokyo nel fine settimana.

Per Federica Pellegrini è stata una sorta di passerella in un paese, il Giappone, che l’adora è che l’aspetta a braccia aperte (anche dal punto di vista commerciale) tra un anno all’appuntamento olimpico. Per Nicolò Martinenghi e Santo Condorelli, che completavano il contingente azzurro, è stato solo il primo di tre appuntamenti che allungano la stagione, aumentano il bagaglio di esperienza e, si spera, portano anche qualche soldino nel portafoglio che non fa mai male.

Federica Pellegrini è andata oltre ogni più rosea aspettativa, confermando la bontà del lavoro svolto nelle ultime due stagioni. Includere anche quella passata è doveroso visto che la Divina ha fatto un passo indietro e, rinunciando a 200 e 400 stile, si è dedicata esclusivamente ai 100 stile, sfiorando il personale con un ottimo 53”40 che le è valso il secondo posto e chiudendo terza (anche qui ad un soffio dal personale) nei 100 dorso, gara insolita ma fino a un certo punto per lei.

Di Federica Pellegrini versione 2019 stupisce la continuità di rendimento. Stava bene al Settecolli e lo ha dimostrato con un ottimo 200 stile, stava benissimo a Gwangju e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, continua a mantenere una condizione invidiabile e a macinare tempi vicini ai suoi personali senza dare segni di stanchezza o di calo di rendimento. È un peccato che sia arrivato il momento di fermarsi per riposare ma a 31 anni oggi (auguri!) è bene non esagerare.

Chi di anni ne ha una dozzina in meno e può permettersi di esagerare per ritrovare quello che sembra avere smarrito per strada è Nicolò Martinenghi che ha bisogno proprio di questo: della gara, di quel confronto che gli è mancato per un anno e che sembra soffrire quando arriva il grande appuntamento internazionale. Ben venga per il ranista varesino una Coppa del Mondo dove ci sono rivali di qualità: lo stimolo non manca e lui stavolta si fa trovare pronto sfiorando il personale sia sui 50 per un secondo posto che vale, sia sui 100 dove gli avversari si confermano più forti e lo tengono giù dal podio (quarto posto).

Dalla prima tappa di Tokyo esce rafforzato anche Santo Condorelli che si cimenta su stile libero e farfalla centrando la finale solo nella sua specialità preferita, i 50 e i 100 stile. L’italo-canadese dimentica Gwangju e inizia dal Giappone un nuovo percorso che lo deve portare ad una migliore distribuzione delle forze rispetto alle opache prestazioni sui 100 del Mondiale coreano. Condorelli dimostra di avere imparato in fretta la lezione, non esagera nella vasca di andata, regge il confronto nel ritorno e chiude quarto i 100 stile con un 48”5 che gli rende giustizia. Con questo tipo di gara nella staffetta 4×100 di Gwangju forse saremmo qui a raccontare un’altra storia ma ora serve guardare al futuro e questo Condorelli ha ancora tanta strada da fare e tante potenzialità inespresse.

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Foto Shutterstock

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