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Ciclismo femminile, GP de Plouay 2019: magia di Van der Breggen sola al traguardo. Quarta Marta Cavalli

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La campionessa del mondo Anna Van der Breggen (Team Boels) si è imposta con autorevolezza nel GP de Plouay 2019. Decisivo uno scatto secco e potente a 10 Km dall’arrivo che le ha permesso di arrivare in solitaria al traguardo. Inutile la ricorsa del Team Sunweb in favore della velocista americana Coryn Riviera, che si è dovuta accontentare del secondo posto. Il dominio del Team Boels è certificato dal terzo posto dell’olandese Amy Pieters che ha preceduto la prima azzurra Marta Cavalli (Valcar). 

La corsa si è svolta quasi interamente su un circuito di 16.5 Km con due strappi piuttosto importanti: la Cote de Ty Marrec (1.1 Km al 6.5%) e la Le Lezot (1 Km al 4.6%). In tutto le atlete hanno completato 8 giri dell’anello per un totale di 130 Km. Un tracciano non particolarmente selettivo, adatto alle finisseur e davvero troppo complicato per le sprinter pure.

 La corsa è esplosa definitivamente quando alla fine del penultimo giro la francese Laura Asencio (WNT) ha tentato la fuga solitaria. Sul primo degli ultimi due strappi, a circa dieci chilometri dal traguardo, è partita in contropiede Anna Van der Breggen. La campionessa del mondo ha letteralmente lasciato sul posto tutte le avversarie, involandosi tutta sola verso la vittoria arrivata con 11″ di margine su tutte le altre. L’italiana Soraya Paladin (Cipollini Alé), l’australiana Amanda Spratt (Mitchelton Scott) e la bielorussa Alena Amialiusik (Canyon) sono state le prime a muoversi per rincorrere l’olandese, ma ormai era troppo tardi e senza trovare un accordo si sono rialzate.

A quel punto la vincitrice odierna aveva già 30″ di vantaggio sul gruppo e a nulla è servito il lavoro del team Sunweb e Trek Segafredo in favore delle loro velociste. I team sono così stati costretti a preparare la volata delle battute e in questa sede la migliore è risultata essere Coryn Riviera (Team Sunweb). Subito alla sua ruota è giunta la vincitrice dello scorso anno, vale a dire Amy Pieters (Boels). Quarta e migliore delle italiane Marta Cavalli (Valcar) che è stata autrice di un buon sprint, mentre finisce decima Elena Cecchini (Canyon) sempre coperta e mai realmente protagonista.

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Foto: Valerio Origo
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