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Nuoto, Mondiali Gwangju 2019. Le staffette azzurre: sarà finalmente gloria per le miste? Incognita 4×100, occhio alla 4×200

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Dovevano essere sei su sette ma saranno solo cinque le staffette azzurre a caccia del pass olimpico e di un posto in finale a Gwangju. All’appello manca per scarsi meriti la 4×100 femminile, per la quale non si vede al momento la luce in fondo al tunnel (anche se dagli Europei juniores qualche risultato interessante è arrivato, ma siamo ancora molto indietro) e per scelta la 4×200 stile libero femminile perché specialiste non ce ne sono, tranne Federica Pellegrini (le protagoniste degli anni d’oro sono scomparse tutte dal panorama del nuoto internazionale) e l’utilizzo contemporaneo di Pellegrini, Quadarella e Panziera (che avrebbe probabilmente, con un ulteriore innesto, garantito una finale iridata) a Gwangju non era possibile per l’incrocio dei turni delle gare individuali delle varie protagoniste. La speranza è che si torni a breve ad avere un’abbondanza di specialiste dello stile libero ma ci vorrà tempo, tanto tempo.

A questo punto bisogna concentrarsi su tutto il resto, a partire dalle miste. In campo femminile la squadra è forte, inutile fare pretattica. Panziera a dorso, Di Liddo o Bianchi a farfalla, Carraro o Castiglioni a rana e Pellegrini a stile libero se la possono giocare per una finale e anche per un piazzamento di prestigio. Per una medaglia no, a meno di regali a grappoli dalle rivali. Il livello medio è elevato ma sarà difficile staccare nazioni come Usa, Australia o evitare distacchi importanti dalla Russia e a quel punto per Pellegrini una rimonta con solo 100 metri davanti sarebbe quasi impossibile ma mai porre limiti alla provvidenza.

In campo maschile è più dura. Servirebbe un Sabbioni recuperato al meglio, oppure un Ceccon in grande spolvero per evitare un gap quasi incolmabile con le squadre più forti nella frazione a dorso, uno Scozzoli o un Martinenghi sotto i 59″ lanciati, un Codia e un Miressi in versione Glasgow e già così l’obiettivo massimo potrebbe essere la top 5 perché oggettivamente Usa, Russia, Australia e Gran Bretagna potrebbero essere inarrivabili. Stesso discorso per la mista mista, tutta da costruire, con l’unica certezza del ranista uomo e poi Panziera e Di Liddo o Bianchi con Miressi a chiudere (o Codia a farfalla e Pellegrini in chiusura) ma le altre nazionali di punta sembrano oggettivamente avere più frecce al loro arco.

La 4×100 stile libero uomini è un’incognita. Tutti i velocisti azzurri hanno vissuto una stagione non semplice, a partire dal campione europeo Alessandro Miressi che ha dovuto fare i conti con tanti problemi fisici. Santo Condorelli può essere il valore aggiunto ma Luca Dotto deve dimostrare di essere tornato sui suoi livelli abituali e Bori e Ballo sono alla prima grande manifestazione internazionale della loro carriera con tutte le incognite del caso. Mancano Zazzeri e Vendrame, protagonisti di una stagione al di sotto delle aspettative: la staffetta “giovane” che doveva sostituire i Magnini boys si è un po’ persa per strada, difficilmente si giocherà un posto sul podio, potrebbe centrare la finale e sarebbe già un grande risultato ma vale la pena attendere di ritrovare compatta questa nidiata di velocisti che possono ancora regalare grandi soddisfazioni.

La staffetta che non ti aspetti è la 4×200 stile libero uomini. La crescita di tutti gli elementi che ne fanno parte e l’inserimento, a un certo punto insperato vista la concomitanza con i 1500 stile libero, di Gabriele Detti ha reso solida questa squadra che potrebbe davvero andarsi a prendere una finale e una posizione di tutto rispetto a livello mondiale, insperata fino a un paio di anni fa quando il settore versava in piena crisi. L’avvicinamento all’eccellenza della specialità a livello individuale di Filippo Megli, la crescita anche di mentalità di Ciampi, reduce dalle belle prestazioni e dai podi delle Universiadi, la freschezza di Di Cola e di Zuin possono spingere in alto la staffetta azzurra e regalare all’Italia grandi soddisfazioni.

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