Nuoto, Mondiali 2019: Martina Carraro, il bronzo della perseveranza. Lavoro e costanza valgono la svolta della carriera

“Non è tanto chi sei, quanto quello che fai che ti qualifica“. Si, a qualcuno ricorderà la frase di un celebre film di un eroe mascherato ma stavolta il riferimento non è alla finzione ma alla realtà. Martina Carraro, dopo aver affrontato i saliscendi classici della vita, ha trovato il suo equilibrio. Sarà stata la maturazione e forse anche la storia d’amore con Fabio Scozzoli ad averle regalato quella stabilità, elemento indispensabile per rendere al 100%.

Anni fa la ligure era una più che buona cinquantista a rana, che soffriva terribilmente la seconda vasca, non trovando rimedio a questo problema. Qualcuno si sarebbe arreso, lei no. Ha lavorato Martina, ha immerso la testa nell’acqua e con impegno e dedizione ha dato fondo a tutte le sue energie per migliorare alcuni aspetti tecnici e trovare la chiave di volta nella sua nuotata. Ecco che già nei Mondiali in vasca corta del 2018 qualcosa di diverso si era visto e le tre medaglie (1 argento e 2 bronzi) lo stavano a dimostrare. Tuttavia la prova del nove era oggi, nella piscina olimpica e nei 100 rana.

Incredibile ma vero la nemica di una vita, quella seconda parte di gara, si è tramutata in fiore all’occhiello. Una progressione gentile ma inesorabile che apre davanti a lei la via verso il mai visto. Il bronzo iridato, accompagnato dal secondo record italiano in due giorni, ha questo significato. Alle spalle delle inarrivabili King ed Efimova, c’è lei, che da atleta specialista dei 50 si è riscoperta nuotatrice resistente alla velocità. Nulla è frutto del caso e il percorso verso il sogno a Cinque Cerchi procede spedito.

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Foto: Diego Gasperoni