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Ciclismo, Fabio Aru scrive un articolo: “Tour de France, un punto di svolta. Voglio tornare ai massimi livelli”

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Fabio Aru ha disputato il Tour de France 2019 concludendo in 14esima posizione nella classifica generale. Il Cavaliere dei Quattro Mori è tornato in gara dopo l’operazione all’arteria iliaca della gamba sinistra e si è ben difeso durante la Grande Boucle, il sardo ora si godrà qualche giorno di riposo per avvicinarsi gradualmente alla Vuelta di Spagna che scatterà il prossimo 24 agosto. Nel frattempo il sardo ha scritto un articolo per The National, lo riproponiamo nella traduzione in lingua italiana.

 

ARTICOLO DI FABIO ARU:

Non è un segreto che il mio stato di forma non fosse quello dei giorni migliori. Sfortuna, infortuni e l’operazione all’arteria iliaca della mia gamba hanno contribuito a questa situazione. Comunque il Tour de France è stato un punto di svolta nella mia stagione. Si sostiene che la Grande Boucle 2019 sia stata una delle più difficili della storia recente, molti ciclisti si sono ritirati presto e molti non sono stati all’altezza delle aspettative della vigilia. Per me, invece, è stato esattamente quello di cui avevo bisogno: mi ha dato una grande botta di confidenza e ho concluso sentendomi più forte rispetto a quando avevo iniziato.

Finire al 14esimo posto in una classifica generale di un Grande Giro non è un risultato di cui vergognarsi soprattutto se è la seconda corsa a tappe dopo l’operazione. Nella mia carriera ho vinto la Vuelta di Spagna 2015 e nello stesso anno ho conquistato il secondo posto al Giro d’Italia, sono stato quinto al Tour de France 2017: quello è il livello a cui io so di poter competere ed è il livello a cui sto puntando.

Mentre partecipavo al Tour de France senza alcuna aspettativa o pressione sulle mie spalle, il resto della squadra era concentrato sui propri obiettivi: Daniel Martin e Alexander Kristoff puntavano a dei successi di tappa, Martin puntava anche alla classifica generale. Kristoff è andato vicino al successo nella quarta tappa ma Viviani lo ha superato, poi ha raccolto quattro top-10: devi essere perfetto per battere Ewan, Groenewegen, Sagan. Ho parlato con Martin ogni giorno e spesso abbiamo corso insieme, mi ha detto che era il Tour più aperto e competitivo a cui avesse preso parte: ha concluso in top 20, è un combattente e tornerà sicuramente più forte.

Un ciclista che mi ha impressionato è stato Jasper Philipsen, un giovane talento belga di appena 21 anni: questo era il suo primo Grande Giro al debutto nel World Tour, ha ottenuto tre top-10 e gli abbiamo dato il ruolo di ultimo uomo di Kristoff: qualcosa mi dice che abbiamo trovato una futura superstar. Il Tour è stato vinto da un’altra giovane superstar, il colombiano Egan Bernal: merita grande rispetto per essere riuscito a portare la maglia gialla a Parigi, alla sua seconda partecipazione. Chapeaux Egan.

Per quanto riguarda la UAE Emirates dobbiamo guardare cosa ha funzionato e cosa no, iniziando a pianificare il nostro prossimo blocco di gare perché la stagione è tutt’altro che finita. Per quanto mi riguarda, non vedo l’ora di riposarmi qualche giorno e riflettere sulle gare più emozionanti a cui ho preso parte da quando sono in questa squadra.

 

CLICCA QUI PER L’ARTICOLO ORIGINALE IN LINGUA INGLESE

 

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Foto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse – Comunicato Stampa Rcs

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