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“Chiuso per Mondiali”, 28 luglio. Il sapore dolceamaro del podio! Pilato impressiona, Paltrinieri appannato

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IL SAPORE DEL PODIO

Nell’ultima giornata arrivano le ultime due medaglie per la spedizione italiana a Gwangju 2019 dal sapore totalmente diverso. La prima ha il gusto dolce e lievemente aspro dell’incoscienza di Benedetta Pilato, l’altra il gusto un po’ amaro per non aver visto tutte le potenzialità di Gregorio Paltrinieri nei “suoi” 1500.

GLI ESPERIMENTI DI GREG

Partiamo da questi 1500 che non rendono giustizia al primatista europeo degli 800 stile. Che Greg valga molto meno di quanto nuotato è un dato di fatto, come un dato di fatto è che la nuotata di oggi non era la stessa degli 800. Era la prima volta che Paltrinieri provava ad affrontare sia il programma in acque libere che quello in vasca. Sono esperienze secondo me diffcilmente preventivabili sulla carta. Quante energie saranno necessarie per portare a termine il programma completo, quante ne saranno spese dal punto di vista mentale, come reagirà il corpo a un carico di quel genere? Quasi impossibile da prevedere dato che nessuno prima di quest’anno si era cimentato nell’impresa. L’infortunio in stagione può aver influito sulla preparazione finale, ma il Greg degli 800 è stato tecnicamente un altro. 7.39 negli 800 si sposa male con 7.48 di passaggio oggi.

TATTICAMENTE PERFETTI

Va dato merito a Wellbrock e a Romanchuk di essere stati tatticamente perfetti. Nessuno ha nuotato contro il cronometro, la lotta era solo per l’oro. L’unico rammarico è che il tedesco diventa il primo al mondo a riuscire a vincere la 10 km e i 1500 nello stesso campionato. Alziamo l’asticella e mettiamo nel mirino 800, 1500 e 10km? A Tokyo il programma sará invertito, con prima la vasca e poi le acque libere. Greg, si può fare.

BENEDETTA SECONDA

Una medaglia di Benedetta Pilato non possiamo dire che fosse cosí inattesa. Nessun sapeva come avrebbe reagito alla tensione mondiale ma che a quattordici anni spesso gli atleti migliorino ogni volta che entrano in vasca è un po’ una costante. Certo è che lei partiva da tempi già sorprendenti, quindi i miglioramenti non si sapeva fino a che punto l’avrebbero potuta portare. Benedetta è lontana fisicamente da una quattordicenne media. È molto alta e già fisicamente strutturata. Ha una coordinazione motoria in acqua impressionante per l’età e le leve di cui dispone, coordinazione che la porta a poter aumentare la frequenza senza rischiare mai di andare in controtempo o andare a vuoto. Questo è il suo marchio di fabbrica che andrà assecondato in fase di crescita. Caratterialmente molto centrata sull’obiettivo, la prima cosa a cui pensa dopo aver guadagnato un argento mondiale è: ” Ora ci sono i mondiali juniores”. Ora il peso della responsabilità non deve andare su di lei, ma a chi si prenderà l’onere di farla crescere. Abbiamo visto baby cinesi raggiungere livelli altissimi e poi svanire, conosciamo la storia di Meylutyte, come quella di Federica. Il nuoto femminile non è nuovo alle baby campionesse. Tuteliamola. Abbiamo trovato un tesoro.

IL RE E LA REGINA

Chiudo il mio mondiale con il re e la regina dei campionati: Regan Smith al femminile, dopo l’impresa straordinaria di oggi nella prima frazione della staffetta che fa il paio con il primato dei 200, e Caeleb Dressel, che ha saputo ripetersi a due anni di distanza e sta già prendendo la rincorsa per Tokyo 2020. I commenti qui sono di nuovo inutili.

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