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“Chiuso per Mondiali”, 26 luglio. Che numero Manuel: non si vince un’Olimpiade per caso! Smith: non male il debutto fra i grandi. 4×200: il quarto posto per me è un oro!

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Ex capitano della Nazionale ha partecipato quattro volte ai Giochi Olimpici  e cinque volte ai Mondiali. Detiene 55 titoli assoluti e 29 record italiani in gare individuali. Ha conquistato tre argenti ai campionati europei, due ori, tre argenti e due bronzi in tre diverse edizioni dei Giochi del Mediterraneo e 5 argenti e un bronzo in quattro edizioni delle Universiadi. Esperta di marketing e comunicazione,  è stata uno dei volti di Sky Sport ai Giochi olimpici di Londra 2012, ora è commentatrice tecnica per Eurosport. “Chiuso per Mondiali” è la rubrica di Cristina Chiuso per OA Sport durante i Mondiali di Gwangju.

MANUEL: NON SI DIVENTA CAMPIONI OLIMPICI PER CASO!

Non diventi campionessa olimpica a caso. E Manuel ne è la conferma. Perde la 4x100sl, perde la 4x100mista mista, recuperata ogni volta dalla Campbell. Prestazioni lontane dai suoi standard. Si mette a disposizione della 4×200 stile libero, dove comunque la squadra americana perde. Nella sua gara individuale si qualifica con il settimo tempo, quasi l’ombra di se stessa. Ma di nuovo torna prepotentemente il detto americano: “Se hai una corsia hai una possibilità” e lei non solo sfrutta la possibilità ma arriva al record americano e al titolo mondiale. C’è sempre e solo una cosa che può fare la differenza in questi casi e non è lo stato di forma. Lo stato di forma può migliorare nel corso della settimana, gareggiando. Il suo era sembrato quasi peggiorare. Eppure sale sul blocchetto, partenza fulminea, passaggio al di sotto del record del mondo, con la nuotata potente e fluida che l’ha sempre contraddistinta e un tempo che parla da solo di 52.04. Si era nascosta nelle fasi precedenti? Non credo proprio, il team viene prima di tutto e ho la quasi certezza che lei abbia dato il 120% nelle staffette. Cate Campbell e Sara Sjostrom dal lato opposto continuano a sottolineare i loro demoni legati a questa gara, sono fisicamente e tecnicamente più forti dell’americana, eppure perdono per la terza volta consecutiva. Le competizioni si vincono con la testa e con il cuore e non con braccia e gambe.

DRESSEL: IL NUOVO PHELPS CANCELLA PHELPS 

E Dressel lo sa. Il suo tempo cancella definitivamente Phelps dal libro dei record della farfalla, continuando il cambio generazionale che questo Mondiale sta portando alla luce. Era stato dichiarato eppure vederlo nuotare è poesia. La sua partenza insegna che se curi quel fondamentale, ti ritrovi dopo 15 metri di gara con un vantaggio di un metro, vantaggio non semplice da recuperare nuotando. Il suo modo di affrontare le gare parla di un ragazzo che si diverte, che non si preoccupa di dover affrontare due eventi nello stesso giorno ed è quasi infastidito dal non essere riuscito a portare a casa il record anche nei 50 stile. Come disse Rossella In Via col vento “domani è un altro giorno“. 

REGAN SMITH: LA FORZA DELLA SQUADRA

E parlando di cambio generazionale oggi il mondo ha conosciuto Regan Smith. Diciassette anni, non un nome nuovo per gli addetti ai lavori. 2.03.35 spaventa.  Spaventa noi ma non lei che ringrazia la squadra per averlo reso possibile. È un tema che non avevo ancora affrontato in questi Mondiali. La forza del team nel motivare e “accudire”, l’essere parte di qualcosa di più grande di te che cambia le prospettive, responsabilizza e carica allo stesso tempo. E tecnicamente vi segnalo che la sua sola partenza le regala un metro sulle avversarie dopo pochi secondi di gara. 

CHUPKOV E LA STRATEGIA VINCENTE

Chi non guadagna in partenza è Chupkov, ma non confondiamo un’esecuzione perfetta di un fondamentale, con una strategia di gara che asseconda le qualità naturali dell’atleta. È straordinario vedere come in questo sport si possano affrontare le distanze con strategie opposte, si possano valorizzare fisici e caratteristiche totalmente differenti, con grande vantaggio dello spettacolo.

4×200 AZZURRA: PER ME E’ UN ORO

E alla fine arriva la 4×200. Alberto Castagnetti diceva che questa staffetta da il valore dell’intero movimento natatorio. Il quarto posto qui non conta, vale quanto una medaglia, contano il gruppo e un progetto che riporta l’Italia tra i grandi. Una finale mai vista prima per intensità e, là dove manca il re dei 200stile, trovi però un movimento natatorio mondiale in netta crescita. Temi che si ripetono e si rincorrono, la preparazione mentale, la cura dei dettagli, la forza del gruppo, il nuoto non è solo una questione di chilometri percorsi guardando una linea nera.

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