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Ciclismo

Davide Cassani: “Vincenzo Nibali ha fame, può vincere ancora. Aru può tornare, percorso del Mondiale più duro del previsto”

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Davide Cassani è moderatamente soddisfatto al termine di un Giro d’Italia 2019 in cui si sono messi in luce diversi corridori azzurri. Il Commissario Tecnico della Nazionale non nasconde un velo di preoccupazione per il futuro nelle grandi corse a tappe: alle spalle di Vincenzo Nibali non si intravedono nomi nuovi e sarà dunque cruciale recuperare il vero Fabio Aru, corridore ancora giovane. Il 58enne romagnolo è già proiettato inoltre sui prossimi Europei e Mondiali, dove si attende un’Italia protagonista e capace di ben figurare.

Partiamo dal Giro d’Italia 2019: è possibile stilare un bilancio soddisfacente per i colori azzurri.
E’ stato un Giro più che positivo, abbiamo vinto tante tappe e scoperto corridori come Masnada, riscoperto Cattaneo, abbiamo assistito alla bellissima vittoria di Ciccone con la maglia azzurra. Gli italiani sono stati bravi e coraggiosi con fughe da lontano“.

Vincenzo Nibali ha perso il Giro per un errore di valutazione?
Parlare dopo è sempre facile. Nibali pensava che Carapaz non fosse un corridore così forte. La caduta di Orbetello, con quei 45″ persi, ha dato più spazio all’ecuadoriano, poi però è stato bravo, perché in salita non lo hanno mai staccato“.

Lo Squalo avrà ancora l’occasione di vincere una grande corsa a tappe? 
Io penso che sia ancora in grado di vincere. Nonostante i 34 anni, ha ancora tanta fame. Ha grinta e questo lo rende tra i più forti al mondo nelle corse a tappe, sono convintissimo che potrà ancora giocarsi podi e vittorie“.

Sarebbe fondamentale ritrovare il Fabio Aru di un tempo.
Aru è del ’90, ha vinto una Vuelta, ha fatto due podi al Giro, è stato protagonista al Tour. E’ un corridore che assolutamente può tornare ai suoi livelli. In Italia ne abbiamo bisogno perché mi preoccupa il dopo-Nibali“.

Tra i nomi nuovi per le corse a tappe figura Giulio Ciccone: che idea si è fatto in proposito?
Ciccone mi è piaciuto molto, ha dimostrato di essere forte vincendo la tappa del Mortirolo e finendo terzo nella penultima frazione sulle Dolomiti che era molto dura. Ha temperamento e anche recupero. Penso che sia sulla buona strada, è giovane. Il suo problema è la cronometro, un vero tallone d’Achille. Per lui sarà un problema se verranno disegnati dei Giri d’Italia con tante prove contro il tempo. In salita però ha dimostrato di essere bravo. E’ cresciuto tantissimo in un anno. Dal 2020, con Vincenzo Nibali nella stessa squadra, potrà imparare qualcosa, correre con i grandi campioni è un grande vantaggio. Ciccone ha 24 anni, ricordiamo che Nibali iniziò a vincere a 26“.

Crede ancora in Gianni Moscon per i grandi giri?
Moscon penso possa diventare un uomo da corse a tappe, ma non ne siamo ancora certi perché non ci ha mai provato. Deve iniziare in primis dalle corse di un giorno e dalle piccole corse a tappe. Su di lui non sono preoccupato, sono convinto che tra estate e soprattutto autunno sarà in forma e potrebbe essere utile al Mondiale“.

Il Giro d’Italia ha emesso un verdetto: Davide Formolo è più adatto alle corse di un giorno.
Sinceramente mi aspettavo di più da Formolo. Mi è piaciuta la tenacia, si è messo anche a disposizione di Majka, però non puoi andare con quei rapporti così duri in salita se vuoi fare classifica. Serve pedalare in agilità“.

Europei di Alkmaar ad agosto: chi sarà il capitano dell’Italia?
All’Europeo andremo con Elia Viviani, è un percorso piatto”.

Il percorso dei Mondiali in Gran Bretagna sarà invece più duro del previsto…
Pensavo che percorso del Mondiale fosse più facile. Rimane per velocisti, ma non puri. Penso ad esempio a Sagan o Matthews, ma lo stesso Alaphilippe potrebbe far bene visto che sa imporsi anche nelle volate di gruppo. Sarà un Mondiale lungo 283 km e con oltre 3000 metri di dislivello. Il circuito non è pianeggiante. Viviani quando l’ha visto ci è rimasto un po’ male, ne dovremo riparlare. I nomi su cui puntare sono Bettiol, Moscon, Colbrelli e Trentin“.

Mario Cipollini sostiene che, alle spalle di Elia Viviani, ci sia poco o nulla tra le nuove generazioni di velocisti. 
Moschetti sta crescendo bene, lo vedo come velocista puro. Al Giro non aveva compagni, ma ha fatto buoni piazzamenti. Può crescere e diventare un ottimo sprinter“.

A proposito di sprinter: la velocità resta un tallone d’Achille irrisolto nel ciclismo su pista. Come colmare il gap dall’elite mondiale?
Su pista non è facile colmare il gap nella velocità, perché servono grossi investimenti e devi pescare ragazzini veloci e che poi facciano solo pista. Da noi un ragazzo veloce preferisce fare strada. Non c’è mentalità“.

Tra qualche giorno scatterà il Giro d’Italia Under23: da quali azzurri dobbiamo aspettarci un buon risultato nella classifica generale?
Covi si è piazzato nei 10 l’anno scorso e potrebbe fare qualcosa meglio, anche Bagioli potrebbe cercare di far classifica. Poi vediamo se scopriremo qualche nome nuovo“.

federico.militello@oasport.it




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Foto: Shutterstock.com

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