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Calcio, Mondiali Femminili 2019: è il momento di Olanda, Svezia e delle campionesse degli USA

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Sarà un martedì con un programma ricco, al termine del quale ci sarà un momento di bilancio. I Mondiali Femminili di Francia 2019 giungono alla loro quinta giornata di partite andando a completare il primo turno di gare per tutti i gironi della prima fase del torneo iridato. Sull’agenda odierna, tre incontri: Nuova Zelanda-Olanda (h 15), Cile-Svezia (h 18) e USA-Thailandia (h 21).

Nella sfida di apertura del pomeriggio, gli occhi saranno puntati sulle campionesse d’Europa Oranje. Kika van Es, Lieke Martens e compagne sono state inquadrate da moltissimi addetti ai lavori come la possibile sorpresa del torneo e per alimentare questa sensazione saranno inevitabilmente chiamate a esordire nel migliore dei modi in quel dello Stade Océane di Le Havre cercando –  contestualmente – di rispondere alla vittoria raccolta ieri dal Canada nei confronti del Camerun, in un Girone E che potrebbe definire già i suoi rapporti di forza. E le oceaniche? Non staranno di certo a guardare. La prima cosa che dovranno fare è cercare di limitare al massimo l’attacco delle ragazze allenate da Sarina Wiegman, venendo guidate dalla leader Ali Riley, cercando poi di colpire con rapide e mortifere transizioni.

Il match centrale del programma – da giocarsi al Roazhon Park di Rennes  – vedrà invece la “Roja” opporsi alle scandinave, nella prima contesa assoluta del Gruppo F. Le sudamericane sono al debutto assoluto al Mondiale, contro una delle candidate (di seconda fascia, per la verità) al titolo, quindi anche in questo caso il pronostico penderà a favore della compagine europea. L’estremo difensore Lindhal e le connazionali Fischer, Seger e Blackstenius riusciranno subito a mettere le cose in chiaro? E’ probabile: Il pericolo è di sottovalutare l’impegno, anche se in sede di presentazione del match l’attaccante svedese Fridolina Rolfö ha detto che da giorni stanno osservando video delle cilene di cui apprezzano molto ovviamente il portiere Christiane Endler (del PSG), le giocatrici tecniche come Karen Araya e Francisca Laraponendo e la realizzatrice María José Rojas, senza dimenticare che potrebbe essere della partita anche la fantasista tascabile Javiera Grez, giocatrice più piccola di tutto il torneo (1,48m) ma dotata di buon estro offensivo.

A chiudere, infine, gli States. Le tricampionesse mondiali tanto attese entrano in scena nella vetrina planetaria di fronte alla Thailandia allo  Stade Auguste-Delaune di Reims. Sulla carta, inutile negarlo, non c’è partita; anche se il carattere delle asiatiche le ha giustamente portate meritatamente fin qui e l’effetto sorpresa, spesso verificatosi anche al maschile, potrebbe essere (perchè no?!?) dietro l’angolo.
Il simbolo delle americane, allenate ancora una volta da Jillian Ellis, sarà senza ombra di dubbio quella Alex Morgan diventata ormai un’icona del football femminile in giro per il globo. Da tenere d’occhio poi la giovane di ventuno anni Mallory Pugh, alla sua seconda avventura importante dopo le Olimpiadi di Rio 2016, senza dimenticare però che fra le yankee non ci sarà dopo tanto tempo il portiere Hope Solo, che verrà rimpiazzata dalla comunque esperta e carismatica Alyssa Naeher già nel giro della nazionale ormai da un lustro. Fra le thailandesi, che ritrovano sulla panchina coach Nuengruethai Sathongwien, le attenzioni maggiori saranno poste sulla capitana Duangnapa Sritala e sull’astro nascente in rampa di lancio Suchawadee Nildhamrong, capace di siglare 12 gol in 17 incontri con la maglia delle Chaba Kaew (soprannome della nazionale di calcio femminile della Thailandia).

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Foto: Jose Breton- Pics Action – Shutterstock

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