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Ciclismo

Giro d’Italia 2019, finalmente le montagne! Da domani a domenica un percorso durissimo: inizia la battaglia

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Finalmente comincia il Giro d’Italia 2019. Il vero Giro d’Italia. All’alba della dodicesima tappa, da Cuneo a Pinerolo, iniziano le grandi montagne. Dopo due cronometro e tanta (troppa…) pianura, con un numero eccessivo di frazioni monotone e scontate, da domani si scatenerà la battaglia.

La Cuneo-Pinerolo non ha nulla a che vedere con la tappa epica vinta da Fausto Coppi nel 1949, anche se quantomeno assisteremo al primo GPM di prima categoria di questa Corsa Rosa. Il Montoso è una salita che può far male per davvero: 8.8 km al 9,5% di pendenza media, ma gli ultimi 6000 sono addirittura al 10,6%! La selezione sarà inevitabile, probabilmente resteranno in pochissimi davanti tra gli uomini di classifica. Dalla vetta mancheranno 33 km, di cui 11 di discesa, i rimanenti di pianura, inframezzati dallo strappo di San Maurizio, circa 400 metri al 13% e posto a 2 km dal traguardo. Una tappa che, sulla carta, sembra perfetta per le seconde linee o, in ogni caso, per uomini non di primissima fascia in classifica generale: pensiamo a corridori come Ilnur Zakarin, Pello Bilbao, Esteban Chaves, Pavel Sivakov o Tao Geoghegan Hart. Eppure la strada potrebbe presentare situazioni inaspettate. Quando le rampe superano il 10% per diversi chilometri, il corpo a corpo tra i favoriti appare un’opzione tutt’altro che scartabile. Simon Yates e Miguel Angel Lopez, costretti a ribaltare il Giro dopo la batosta della cronometro di San Marino, potrebbero farci un pensierino. Di sicuro si potrà tastare la condizione di forma in salita di Primoz Roglic, così come quella di Vincenzo Nibali. Lo Squalo dispone di una grande inventiva, sa improvvisare e mettere in difficoltà gli avversari con azioni difficili da prevedere. Se intuirà anche un lieve segnale di cedimento da parte di Roglic, il siciliano potrebbe dar fuoco alle polveri. In una tappa come quella di domani giocheranno un ruolo cruciale, se non decisivo, i compagni di squadra: chiunque decida di attaccare, avrà bisogno di un supporto negli ultimi 20 km pianeggianti. Ecco dunque che gli uomini di classifica potrebbero piazzare alcuni propri gregari nella fuga della prima ora, per poi sfruttarne il lavoro nel finale.

Se la Cuneo-Pinerolo va considerata come un “antipasto”, da venerdì 24 maggio inizieranno i veri e propri tapponi. La Pinerolo-Ceresole Reale propone un menù succulento con Colle del Lys, Pian del Lupo (9,4 km all’8,7%) e l’arrivo in quota al Lago Serrù, dove gli ultimi 6 km saranno al 9%. Sabato 25 si potrebbe poi decidere una buona fetta di Giro nella Saint-Vincent-Courmayeur, dove i corridori affronteranno le rampe del San Carlo, la seconda salita più dura di questa edizione dopo il Mortirolo: 10,5 km al 9,8%. Dal GPM mancheranno 16,5 km di discesa, prima dell’ascesa pedalabile verso Courmayeur (dove un fuggitivo potrebbe comunque guadagnare ulteriore terreno sugli inseguitori).

Domenica, infine, andrà in scena un Giro di Lombardia all’interno del Giro d’Italia. Salite come Ghisallo, Colma di Sormano e Civiglio faranno rivivere l’atmosfera della Classica delle Foglie Morte: non è escluso che una frazione del genere, nella quale si saranno accumulate le fatiche dei giorni precedenti, possa creare danni inattesi. Di sicuro i distacchi tra i big non mancheranno…

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Foto: Lapresse

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