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Golf, Masters Augusta 2019: Francesco Molinari riparte da leader nel terzo giro. Nell’incertezza spunta anche Tiger Woods

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Il secondo giro ha reso ben chiare le intenzioni di Francesco Molinari in quest’edizione del Masters di Augusta: il torinese, con il -5 delle seconde 18 buche (solo l’americano Xander Schauffele e il sudafricano Louis Oosthuizen hanno fatto meglio), ha lanciato segnali precisi a tutti gli avversari, ricordando che nella corsa al primo Major dell’anno c’è anche lui.

Si tratta, però, di una corsa ad ampio tasso di incertezza, visto che assieme al nostro giocatore di leader ce ne sono quattro. Uno, Adam Scott, il torneo l’ha già vinto nel 2013, ma all’australiano di certo un bis non dispiacerebbe. A proposito di australiani, è da lodare Jason Day, che nonostante qualche problema fisico di troppo sta dando il meglio. C’è poi Louis Oosthuizen, che il bis sudafricano dopo Charl Schwartzel l’ha solo sfiorato nel 2012, e infine Brooks Koepka, che ha sì vinto tre Major, ma ha anche nel Masters una specie di nemesi, visto che mai ha chiuso nei primi dieci.

All’inseguimento di questo quintetto c’è Tiger Woods, e non è proprio un Tiger svogliato quello che si è presentato ad Augusta. L’aveva annunciato prima del torneo che non sarebbe arrivato al Masters per giocare senza uno scopo, ma per fare quello che non gli è riuscito di poco al PGA Championship scorso: vincere. Il fatto che si trovi a un solo colpo dal quintetto a -7 non lascia di certo spazio ad alcun tipo di speculazione.

C’è un nome, tra quelli a -6, che assurge al ruolo di sorpresa assoluta: il sudafricano Justin Harding, che a 33 anni e all’esordio assoluto ad Augusta non ha avuto il minimo timore di un simile percorso, e anzi l’ha affrontato con costanza sia nel primo che nel secondo giro, trovando così una posizione molto avanzata e sfruttando pienamente le seconde nove buche nel suo primo venerdì al Masters.

Va sottolineata, inoltre, la prova di Bernhard Langer: il tedesco, stella di prima grandezza della generazione di golfisti degli Anni ’80 e ’90, a 61 anni riesce ancora a tenere il passo dei migliori, e va senz’altro applaudito già solo per il fatto di essere a -1 in un torneo del genere. Di fronte a lui ci si può soltanto inchinare.

Chi, invece, ha sorpreso in negativo e non sarà sul percorso oggi e domani: parliamo di Justin Rose. Il numero 1 del mondo non è mai entrato in forma, ed è stato quasi simbolico il bogey alla 18 che l’ha estromesso dal torneo. Stessa sorte per Sergio Garcia, che solo due anni fa se ne andava da Augusta con la Green Jacket addosso. Quello odierno sarà un terzo giro tutto da vivere, con una speranza tricolore che guarda tutti (o quasi) dall’alto.

 

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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