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Formula 1

F1, la crisi della Ferrari è iniziata dopo la morte del Presidente Marchionne. I numeri di un declino incessante

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I primi quattro round del Mondiale di Formula 1 2019 sono andati in archivio e le aspettative della vigilia legate alla competitività della Ferrari sono state smentite dai fatti. Quattro Gran Premi e quattro doppiette Mercedes a inizio campionato, un primato assoluto che potrebbe anche prolungarsi nel prossimo appuntamento sul circuito di Montmelò, a Barcellona. Le ragioni di questo dominio non riguardano però solo la perfezione della scuderia di Brackley, vincitrice degli ultimi cinque Mondiali piloti e costruttori, infatti appare evidente la flessione della Ferrari a partire dalla metà della scorsa stagione.

La crisi di risultati (e successivamente tecnica) della Rossa è cominciata dopo la morte del Presidente Sergio Marchionne, una figura carismatica che era sempre riuscito a tenere la squadra sulla corda nella bagarre costante con gli eterni rivali della Mercedes. A partire dal 25 luglio del 2018, data del decesso del dirigente italo-canadese, il confronto tra Ferrari e Frecce d’Argento è impietoso con quest’ultime che hanno collezionato ben undici successi su quattordici weekend di gara. La scuderia di Maranello ha racimolato solo due vittorie complessive divise equamente tra Sebastian Vettel (in Belgio) e Kimi Raikkonen (ad Austin), gettando alle ortiche una prima parte di 2018 esaltante e rischiando di compromettere prematuramente le speranze iridate per la stagione in corso.

Le ragioni di questo declino sono molteplici e riguardano diversi settori del team, dagli errori di guida del pilota in lizza per il titolo alla gestione sportiva della squadra da parte di Maurizio Arrivabene e di Mattia Binotto, i quali si sono succeduti nel ruolo di Team Principal. La scelta di John Elkann, nuovo Presidente in quel di Maranello, è stata quella di silurare l’ex manager di Philip Morris in favore di Binotto, anche se quest’ultimo non è stato sostituito nel ruolo di direttore tecnico. Il 49enne nativo di Losanna si è dunque ritrovato nella scomoda situazione di dover rivestire due ruoli complessi come Team Principal e direttore tecnico che ora fa molta fatica a gestire nel migliore dei modi. La gestione dei piloti Vettel e Leclerc in avvio di 2019 fa discutere, inoltre la Rossa sta pagando dazio anche nella partita degli sviluppi tecnici della monoposto rispetto ad una Mercedes molto aggressiva a partire dalla seconda settimana dei test invernali di Barcellona. La speranza in casa Ferrari è quella di poter trovare la quadratura del cerchio per poter esprimere al massimo il potenziale della SF90, anche se al momento l’iride sembra solo un lontano miraggio.

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Foto: Barni Shutterstock

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