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Golf, European Tour 2019: all’Hero Indian Open cinque italiani in cerca di gloria. Curiosità per Victor Dubuisson

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Prima di entrare nel giro dell’European Tour nel 2014, l’Indian Open (dal 2005 sponsorizzato da Hero) ha avuto vari vincitori di rilievo: l’australiano Peter Thomson, cinque volte vincitore dell’Open Championship, in due delle sue prime tre edizioni (1964 e 1966), l’americano Payne Stewart nel 1981 (due US Open e un PGA Championship), e più di recente il thailandese Thongchai Jaidee (2001), il cinese Liang Wen-Chong (2008), l’indiano Anirban Lahiri (2015) e l’inglese Matt Wallace (2018).

Sono presenti molti dei big indiani, dallo stesso Lahiri a Shiv “S.S.P.” Chawrasia, passando per S Chikkarangappa e senza dimenticare il vicino di casa del Bangladesh Siddikur Rahman, che vinse nel 2013, appena prima dell’inserimento del torneo nell’European Tour, che lo co-sanziona assieme all’Asian Tour. Non manca anche una nutrita presenza europea, con diversi buoni nomi inglesi a cercare di dire la propria: Aaron Rai, Callum Shinkwin, Oliver Fisher, David Howell e Jack Singh Brar. Non di sola Inghilterra si vive: nel field troviamo il tedesco Maximilian Kieffer, gli scozzesi Stephen Gallacher, Richie Ramsay e soprattutto Marc Warren. Più di tutti, però, incuriosisce Victor Dubuisson: il francese, dopo un anno complicato da una perforazione all’orecchio sinistro, sta cercando di risalire la china. Nel 2015 era arrivato a toccare la quindicesima posizione mondiale, mentre l’anno precedente aveva chiuso in nona posizione l’Open Championship e in settima il PGA Championship.

Cinque sono gli italiani in gara: Edoardo Molinari, Andrea Pavan, Matteo Manassero (destinatario di un invito), Nino Bertasio e Lorenzo Gagli. Per tre di loro, già impegnati la settimana scorsa in Malesia, c’è voglia di riscatto: Pavan è sfuggito al taglio, ma ha chiuso sessantesimo, mentre sia Edoardo Molinari che Bertasio non sono riusciti ad andare oltre i primi due giri.

Il torneo si gioca sul par 72 del DLF Golf & Country Club di Nuova Delhi: la configurazione è quella classica, con quattro par 5, altrettanti par 3 e dieci par 4. Particolarmente interessante è la chiusura alla buca 18, lunga 571 metri.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Christopher Y.C. Wong / Shutterstock

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