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Sci di fondo

Sci di fondo, Tour de Ski 2019. Italia comparsa nelle prime due tappe. De Fabiani e Pellegrino al di sotto delle attese

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Nove atleti per genere, tante aspettative sulla neve di casa di Dobbiaco ma, alla fine, l’elefante dello sci di fondo italiano, ha partorito un topolino nelle prime due tappe del Tour de Ski che hanno visto gli azzurri comprimari, seppur di lusso, in una manifestazione dominata da russi e nordici, con l’inserimento di una Francia sempre più protagonista ad altissimi livelli.

L’Italia, invece, come squadra segna il passo, viste le controprestazioni di tanti atleti di seconda fascia e i picchi non sono stati così elevati come ci si poteva attendere: il settimo posto di Pellegrino nella sprint, la diciottesima piazza di De Fabiani nella 15 km in tecnica libera non possono certo essere considerati risultati soddisfacenti. Per il resto da salvare le altre tre qualificazioni (Nizzi, Zelger e De Fabiani) alla fase ad eliminazione diretta della sprint maschile e di Laurent e Brocard ai quarti di finale della sprint e la 27ma posizione di Ganz nella 10 km di ieri.

In campo maschile i fari erano puntati sulle due star azzurre, De Fabiani e Pellegrino. Il primo era piaciuto nella sprint di sabato e nella prima parte di gara ieri nella 15 km a tecnica libera (non la sua preferita) poi nel finale ha regalato secondi e posizioni ad avversari che potevano tranquillamente stare dietro, perdendo progressivamente brillantezza. Un risultato che può andare bene in chiave top ten, il minuto perso nei confronti di Ustiugov e il mezzo minuto rispetto al quinto posto ma non per le eventuali ambizioni di podio che andavano alimentate con un risultato da top ten oggi.

Pellegrino ha impostato la preparazione per i Mondiali di Seefeld e ancora non è al meglio, ancora una volta ha subito il calo nella semifinale, come a Davos, quando il ripescaggio per via dei tempi fu una ciambella di salvataggio che poi si trasformò in secondo posto alle spalle di Klaebo. L’azzurro, comunque, ha dimostrato di essere brillante in salita e potrà tornare fra i protagonisti, probabilmente già dalla sprint di domani in Val Mustair.

A preoccupare, anche in chiave staffetta mondiale, è il resto della squadra azzurra. Salvadori e Noeckler sono lontani dalla migliore condizione e i giovani non sono ancora all’altezza per cui pensare ad una lotta medaglie tra due mesi sulla neve austriaca è pura utopia oggi come oggi.

In campo femminile ci si deve accontentare, si sapeva. Brocard e Laurent si sono battute bene nella sprint ma la loro dimensione è questa e magari in stagione potrà arrivare anche qualche semifinale. Brocard, in particolare, era in lotta anche con l’influenza che l’ha debilitata e non poteva essere al meglio. Un piccolo segnale di risveglio lo ha lanciato Ganz nella 10 km e l’attesa è per una conferma nelle gare distance dei prossimi giorni. Per il resto buio pesto.

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