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Sci Alpino

Sci alpino, Gigante Alta Badia 2018: la mitica Gran Risa ai raggi X. Un pendio tra i più difficili al mondo

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Siamo pronti per un lungo weekend sulle nevi italiane per quanto riguarda la Coppa del Mondo di sci alpino 2018/19. Dopo le prove veloci di venerdì e sabato in Val Gardena, infatti, tocca al gigante ed al parallelo della Val Badia. Il Circo Bianco sarà di scena sulla strepitosa Gran Risa una delle piste più belle e difficili del mondo, una tappa fissa del calendario sulla quale, come si sa, vincono solamente i campioni. La Gran Risa è una pista di sci sita nel cuore delle Dolomiti. Si trova nel comprensorio sciistico dell’Alta Badia, facente parte del Dolomiti Superski. La splendida pista altoatesina è disegnata nel cuore di un bosco, per cui è quasi completamente in ombra durante tutta la giornata, il che la rende quasi sempre dura o ghiacciata, rendendo la vita ancor più complicata agli atleti.

Nel complesso la Gran Risa (tradotta dal dialetto ladino letteralmente “grande spaccatura”, utilizzata dalla gente del posto per il trasporto del legname durante la stagione invernale da monte a valle. Facendo scivolare il legname lungo tale spaccatura la gente riusciva a stoccare presso la propria abitazione il legname necessario a riscaldare le loro abitazioni nei mesi più freddi dell’anno) misura 1255 metri e parte dai 1871 metri del Piz la Ila per concludere all’altezza di 1423 per un dislivello totale di 448 metri. La pendenza media è impressionante, ben 36%, mentre quella massima tocca il 53%.

Si apre il cancelletto e gli sciatori si devono subire concentrare per la prima curva a destra in pendenza che precede un primo tratto non particolarmente selettivo per il livello generale del tracciato. Si arriva ad una seconda curva a destra che sancisce l’inizio di un altro breve settore che, a questo punto, immette su una terza curva destrorsa che anticipa il primo muro.

Si inizia fare sul serio con pendenze importanti che proseguono inesorabili per diversi secondi. Si giunge, quindi, ad una piega a sinistra che fa da apripista ad un altro lungo muro nel quale non si può sbagliare minimamente la linea o perdere il giusto ritmo. Si arriva verso la parte finale della pista con le  due gigantesche gobbe, denominate Gobes dl’ giat, “gobbe del gatto” di 150 metri e con una pendenza superiore al 40% che rappresentano l’ultimo ostacolo in vista del traguardo. Solitamente una manche dura ben più di un minuto e all’arrivo le energie sono decisamente azzerata, per un gigante davvero complicatissimo e che sfinisce i protagonisti.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto:  Stefan Holm / Shutterstock.com

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