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Nuoto, Mondiali Hangzhou 2018. IL PAGELLONE. Martina Carraro: il bronzo della maturità. Federica Pellegrini: è l’addio ai 100?

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MARTINA CARRARO 8.5: Dieci anni sono passati da quando, giovanissima, seppe conquistare la convocazione ai Mondiali di Roma, stupendo tutti. Due lustri dopo Martina Carraro si va a prendere il primo podio internazionale di una carriera che sembra arrivata finalmente al culmine. La scelta del trasferimento da Bologna a Imola, di essere allenata dallo stesso tecnico del fidanzato Fabio Scozzoli, si è rivelata vincente e lei non ha avuto mai neppure un attimo di dubbio. Gara di grande spessore, terzo record italiano in due giorni: il salto di qualità è arrivato nella tecnica e nella capacità di soffrire che emerge nel finale di gara. L’Italia potrebbe aver trovato una protagonista in più nella volata per Tokyo 2020.

FABIO SCOZZOLI 5.5: Vecchi incubi tornano ad aleggiare sulla mente del ranista romagnolo che, un po’ a sorpresa, interrompe il flusso dei miglioramenti proprio nella gara più importante. Serviva il record italiano per salire sul podio ma, se l’obiettivo finale è il podio in vasca lunga, il record italiano sarà necessario sbriciolarlo e quindi non è quello il problema. Al di là di come finiranno questi Mondiali (c’è un 50 dove Scozzoli può fare molto bene), l’impressione è che il ranista azzurro abbia compiuto in questo autunno un ulteriore salto di qualità e non deve essere una controprestazione in finale (che c’è stata ed è sotto gli occhi di tutti) ad interrompere la crescita che potrebbe farlo tornare competitivo anche sui 100 in vasca lunga.

FEDERICA PELLEGRINI 5.5: Ok Federica, è arrivato il momento di metterli in soffitta questi 100 su cui si è costruito l’inevitabile anno sabbatico. Nei 100 non c’è niente da fare per la campionessa di Spinea che, per carità, mantiene la dignità, non va certo in giro per il mondo a fare figuracce ma stiamo parlando di Federica Pellegrini. I 100 non fanno per lei e oggi è arrivata l’ennesima dimostrazione perché non ha nuotato male, non ha sbagliato, né dal punto di vista tecnico, né da quello tattico, eppure è la decima al mondo in una gara dove al via non ci sono le due più forti del lotto. Perseverare sarebbe diabolico, continuare a gareggiare in funzione dei 200 può avere un senso.

PIERO CODIA 6.5: Abbonato ai brividi in semifinale. Difficile pensare che abbia pensato alla cabala quando si è ritrovato in mezzo alle onde dei rivali nella semifinale che poi, con un 50″23 tutt’altro che esaltante, gli ha permesso di superare il turno e di conquistare la prima finale mondiale della carriera. A Glasgow dalla corsia 8 era andata benissimo, qua partirà dalla corsia 1 ma, con Dressel e Le Clos in vasca, il miracolo potrebbe chiamarsi giusto terzo posto, anche se il tedesco Kusch ha dimostrato di essere al livello dei due citati sopra. Codia, però, ha imparato a stupire.

ILARIA BIANCHI 7: Centra una finale dei 200 farfalla tutt’altro che scontata partendo forte e arrivando col fiatone, poi in finale imposta una gara diversa dal solito. Partenza tranquilla, passaggio piuttosto lento e finale vorticoso. La domanda in questi casi è: ne avrebbe avuta di più, magari per andarsi a prendere un bronzo? La risposta istintiva è no ma la prova contraria non c’è.

CARLOTTA ZOFKOVA 6: Nuota sui suoi standard la prima frazione della staffetta mista. Merita la sufficienza.

ARIANNA CASTIGLIONI 6. Avrebbe voluto partecipare ad un’altra finale ma si deve accontentare di quella della staffetta mista. La determinazione non manca mai. Riduce il gap dalle avversarie.

ELENA DI LIDDO 6.5: Buona prova a farfalla per la più veloce delle azzurre in questa specialità. Tiene a galla la squadra italiana ma, contro i mostri sacri della specialità, non può rimontare più di tanto.

MARGHERITA PANZIERA 6: Non è proprio la sua specialità il 50 stile libero. Si applica ma a fianco sfrecciano dei razzi e non ci può fare nulla.

FILIPPO MEGLI 7.5: Nel Mondiale delle occasioni mancate di poco bene si inserisce il nono posto nei 200 stile di questo ragazzo che un anno fa soffriva in silenzio a Copenhagen per colpa di una condizione approssimativa e che sta esplodendo in tutto il suo fragore gara dopo gara. A Hangzhou si migliora di quasi otto decimi e sfiora una finale stellare, lasciandosi comunque alle spalle gente come Le Clos e Stjepanovic. Notizie interessanti per la 4×200.

MATTEO CIAMPI 6: Seconda gara e seconda finale fallita per l’azzurro che stavolta però non riesce neppure ad andarci vicino. Il tempo non è strabiliante, a mezzo secondo dal personale ma l’atteggiamento arrembante va premiato. Coraggioso nell’impostazione di gara, così si possono anche costruire buoni risultati. Anche per lui l’obiettivo ora si sposta su una finale nella staffetta lunga.

MATTEO RIVOLTA N.G. La sua gara dura un secondo, il tempo di tuffarsi in acqua e fermarsi disturbato non si sa bene da cosa, da un possibile movimento dell’avversario al suo fianco, si ipotizza. Getta via un’occasione di tornare a disputare una finale mondiale.

SIMONA QUADARELLA 6.5: Condotta di gara enigmatica per la romana che non spinge a fondo in batteria (forse già certa di entrare in finale viste le tante rinunce) e va un po’ in difficoltà dovendo gareggiare a fianco della cinese Wang che dimostra tutta la sua forza andando via dopo pochi metri e aumentando progressivamente il vantaggio. Urge un cambio di passo per la finale di domani.

SANTO CONDORELLI 6.5. Consegna il testimone dopo la prima frazione della staffetta 4×50 stile libero mista con l’Italia al terzo posto. In crescita.

ANDREA VERGANI 5: La vasca corta non è (ancora?) affare suo. Lanciato fa meglio solo di tre centesimi rispetto a Condorelli che parte da fermo. Dovrà lavorarci tanto.

 





Foto:  shutterstock_1146566663
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