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Nuoto, Mondiali Hangzhou 2018. IL PAGELLONE – Detti, rientro coi fiocchi. Cusinato, Pellegrini e 4×100: è legno pregiato!

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Voti alti per buona parte dell’Italnuoto nella prima giornata dei Mondiali di Hangzhou che si è conclusa con il bronzo di Gabriele Detti e tre quarti posti, con risultati cronometrici molto positivi per gli atleti azzurri. Ecco l’analisi delle prove degli italiani.

GABRIELE DETTI 9: Che rientro per il campione livornese che, in una gara complicatissima, dominata dal lituano Rapsys, riesce ad agguantare con le unghie e con i denti un bronzo per certi versi storico (il primo podio ad un Mondiale in vasca corta per lui) grazie al suo proverbiale finale che gli permette di mettere nel mirino i due russi (che avevano personali di tutto rispetto) e di superarli nell’ultima vasca con un rush finale di grande spessore.

FEDERICA PELLEGRINI 7: Coraggio, determinazione e anche un pizzico di follia nell’affrontare la gara di cui era campionessa del mondo con una preparazione non certo adeguata. Per l’ennesima volta fa il contrario di quello che dice alla vigilia e, tutto sommato, fa bene perchè nuota su buoni tempi, sia al mattino, quando strappa il pass per la finale, sia soprattutto nella gara che assegna le medaglie. Non dà mai l’impressione di poter entrare veramente in gioco per il podio ma le sensazioni che trasmette sono buone e le basi per l’ultima recita sono gettate.

ILARIA CUSINATO 7.5: Si migliora per due volte nel giro di poche ore, tirando giù due secondi al personale nei 400 misti, su livelli che si avvicinano sempre più al record italiano. Tutto ciò non basta per centrare il primo podio mondiale ma manca davvero poco. Ancora una volta la beffa è firmata dalla francese Lesaffre che le aveva tolto la gioia dell’oro a Glasgow in estate e si prende il bronzo ad Hangzhou. Un pizzico di rimpianto per un passaggio un po’ troppo veloce a metà gara che ha un po’ compromesso la brillantezza nel finale quando Margalis la passa a velocità doppia e la francese resiste al suo tentativo di attacco. Ci saranno (tante) altre occasioni, a partire dai 200 misti.

SANTO CONDORELLI 6.5: Fa il personale stagionale nella gara più importante ma gli manca la vasca finale per compiere il miracolo e lanciare gli azzurri della 4×100 stile verso la medaglia. Buon esordio comunque per l’ex canadese

ALESSANDRO MIRESSI 7.5: Siamo proprio sicuri che la vasca corta non gli piaccia? Due belle frazioni di staffetta, sia in batteria che in finale (dove è in seconda frazione). E’ il secondo migliore degli azzurri lanciato (46″03) e lascia ben sperare anche per la gara individuale.

MARCO ORSI 7: L’anima e l’esperienza della staffetta. Entra in finale e si gioca le sue carte, tenendo a distanza Australia e Brasile. Chiude con 46″4 lanciato che, anche solo un mese fa, era un autentico miraggio

LORENZO ZAZZERI 7.5: E’ vero, ha perso la volata col Brasile ma non certo per colpa sua. Lui è il migliore degli azzurri con 46″00 ma Correia si inventa la frazione della vita e lo supera nel finale. Anche per lui buone prospettive in chiave finale per la gara individuale.

MATTEO CIAMPI 7: La condizione c’è. Debutta nella gara che meno gli si addice e chiude con un buon decimo posto sui 400 stile a due secondi però dall’ingresso in finale. Lascia ben sperare per i 200 e la staffetta lunga.

FEDERICO BURDISSO 7.5: Passa quasi in sordina la prestazione del diciassettenne bronzo europeo in lunga nei 200 farfalla ma la sua gara in batteria è da sottolineare perché per 150 metri viaggia sulla linea dell’ex primatista mondiale Le Clos e solo nel finale perde contatto. Coraggioso e spregiudicato come deve essere un giovane rampante. Si migliora, non entra in finale ma per ora va benissimo così.

MARTINA CARRARO 8.5: Doppio record italiano, secondo tempo in semifinale, grande condizione e grande personalità. La “cura Casella” inizia a dare i suoi frutti e il suo volto quando si guarda attorno e capisce di aver battuto sua maestà Meilutyte è tutto un programma. E’ dura perché le avversarie non mancano di certo ma domani nei 50 rana proverà a salire sul podio.

ARIANNA CASTIGLIONI 5.5: Meglio al mattino che al pomeriggio. Fallisce una buona occasione di entrare in una finale mondiale che poteva essere alla sua portata con una semifinale poco brillante, di seguito ad una batteria discreta. Da rivedere nei 100.

SIMONE SABBIONI 6: Merita la sufficienza perché ha combattuto come un leone anche se gli mancava qualcosa per via del problema al gomito che ne ha rallentato la preparazione. Ha vinto la sua batteria al mattino, battendo Kolesnikov, poi in semifinale gli manca qualcosa proprio nella fase conclusiva dopo un buon primo 50 che lascia ben sperare in vista della gara più veloce di cui è campione d’Europa e dove può centrare la finale.

THOMAS CECCON 6: Pretendere che, dopo i miglioramenti e le finali di Glasgow e le medaglie delle Olimpiadi giovanili ad ottobre, arrivasse ad Hangzhou in condizione per poter dettare legge in un Mondiale, era davvero chiedere troppo. E’ vero che dieci giorni fa si era migliorato sensibilmente sui 200 misti ma aveva anche dichiarato di sentirsi stanco e quella stanchezza (anche mentale) è affiorata oggi nella batteria dei 200 misti che lo ha visto affondare nelle ultime posizioni. Con il tempo di Riccione avrebbe fatto la finale chiudendo al settimo posto. Supera il turno nei 100 dorso e si migliora al pomeriggio pur senza ritoccare il personale.

FABIO SCOZZOLI 8: Gareggia da padrone della specialità, lui che sul gradino più alto del podio mondiale ci è salito nel 2012. Non sbaglia una partenza e una virata, avvicina il suo personale (record italiano) con 56″30 in semifinale e domani si giocherà il podio e forse anche la vittoria in una gara apertissima. Tutto questo nei 100, azzeccando una prima parte di gara di altissimo spessore che lascia ben sperare anche per i 50. Il protagonista azzurro dei Mondiali potrebbe essere proprio l’esperto ranista romagnolo.

NICOLO’ MARTINENGHI 6: Si è spremuto forse un po’ troppo all’inseguimento della chiamata in azzurro e non è arrivato al meglio della condizione ad Hangzhou. Meglio al mattino che al pomeriggio. Raggiunge la semifinale ma si ferma lì. Per ora, a due mesi dal ritorno alle gare, può anche andare bene così.

MARGHERITA PANZIERA 6: Per lei i 100 dorso sono la gara di riscaldamento. Strappa con le unghie l’ingresso in semifinale al mattino, poi al pomeriggio quasi rinuncia a lottare andando del suo passo in una sfida di livello stratosferico. Ora attende con ansia i suoi 200.

CARLOTTA ZOFKOVA 5: La vasca corta non è roba sua, si sa. Però era arrivata in Cina con l’unico obiettivo di migliorarsi. Resta mezzo secondo sopra il suo best e mette a repentaglio anche la presenza nella staffetta mista.

 





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