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Golf, Renato Paratore: “Vedere Molinari mi ha aiutato, posso puntare alla Ryder 2020”

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Renato Paratore ha cominciato la nuova stagione in Australia con un buon diciannovesimo posto ed il golfista romano si è raccontato in un’intervista a Tuttosport. Il 2018 è stato il grande anno di Francesco Molinari, che è sicuramente un modello ed un esempio da seguire per tutti i golfisti italiani, che, come Paratore, vogliono provare ad ottenere grandi successi e a scalare le classifiche mondiali. “Francesco è entrato nella storia e le sue imprese sono di grande impatto per la crescita del golf in Italia. Vederlo in azione mi ha dato una spinta morale e mi ha fatto subito analizzare con un altro occhio il lavoro che stavo facendo. Delle mie riflessioni ne ho parlato subito con i miei allenatori e così abbiamo apportato qualche correzione perchè a maggio stavo giocando male. Quelle riflessioni mi sono state di grande aiuto“.

Un inizio della scorsa stagione difficile per Paratore, che ha dovuto prendere delle scelte difficili: “All’inizio di stagione stavo esprimendomi davvero male così ho deciso di cambiare coach, affidandomi ad Alberto Binaghi e a Peter Cowen e mi sono rimesso sulle mie linee guida di sempre. Nei primi mesi ho dovuto modificare ed abituarmi ad alcune modifiche importanti, ci è voluto tempo e pazienza”.

Il golfista romano sa bene come centrare gli obiettivi: “Il mio programma prevede tanto lavoro sullo swing e l’obiettivo che mi sono dato con il mio staff è quello di diventare più consistente per raggiungere una maggiore continuità e mettermi alle spalle i risultati altalenanti”.

Lavorare con Molinari?Allenarsi con Francesco sarebbe una cosa pazzesca, ma lui è a Londra. Spesso mi alleno con Manassero e Bertasio, ma, quando sei sul campo, sei solo e concentrato sul lavoro che devi svolgere“.

Molinari è andato a giocare negli Stati Uniti, un sogno per Paratore: “Se mi dessero la carta PGA ci andrei subito, in fondo è il mio sogno da quando ero bambino. Ho fatto anche io l’esperienza di allenarmi con un maestro inglese, ma a Roma sto bene”.

Roma fa pensare subito alla Ryder Cup 2022: “Se penso alla Ryder 2022 mi viene da dire che quattro anni sono lunghi. Tuttavia se gioco bene, perchè non puntare già ad esserci nel 2020. Sarebbe una grande esperienza in vista dell’edizione di due anni dopo. Diciamo comunque che quello che conta di più è lavorare per rendere il mio gioco più solido”.

 





 

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Foto: Valerio Origo

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