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F1, la Ferrari non vince il Mondiale piloti dal 2007. Ma non è il digiuno più lungo della storia: tutti i precedenti

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4081. Tanti sono i giorni trascorsi dall’ultimo titolo iridato di un pilota della Ferrari nel Mondiale di Formula Uno. Bisogna tornare, infatti, al 21 ottobre 2007, a quel famoso Gran Premio del Brasile, con Kimi Raikkonen che passò in un colpo solo Fernando Alonso e, sopratutto, Lewis Hamilton, per andare a centrare il suo titolo mondiale. Un trionfo al primo anno del finlandese a Maranello, che sembrava poter dare il via ad una nuova era vincente post-Michael Schumacher. Invece, con sommo dispiacere dei milioni di tifosi della Rossa, da quel giorno in poi nessun altro pilota ferrarista ha potuto gioire a fine anno.

Ci hanno provato, con ottime credenziali, sia Fernando Alonso, sia Sebastian Vettel, ma i successi hanno sempre preso altre strade. Prima in McLaren con Lewis Hamilton, quindi con il titolo di Jenson Button con la BrawnGP, prima delle epopee di Red Bull e Mercedes. Si chiuderà nel 2019 questo lungo digiuno? A Maranello, ovviamente incrociano le dita e stanno tentanto il tutto per tutto per superare le Frecce d’argento, perché interrompere un trend negativo simile sarebbe fondamentale.

Nella (quasi) settantennale storia della Formula Uno, tuttavia, non è la prima volta che la Ferrari rimane a bocca asciutta così a lungo. Andiamo a ripercorrere con la memoria l’albo d’oro della massima categoria del motorsport.

Il primo titolo arrivò a Maranello nel 1952 con Alberto Ascari (che avrebbe poi fatto doppietta un anno dopo) dopo le prime due stagioni dominate dalla Alfa Romeo di Nino Farina prima, e di Juan Manuel Fangio poi. Se, per vedere il terzo titolo fu sufficiente attendere il 1956 con lo stesso argentino, quindi il quarto nel 1958 con Mike Hawthorn, il quinto nel 1961 con Phil Hill, ed il sesto nel 1964 con John Surtees, prima di arrivare al settimo, si aspettò parecchio in casa Ferrari.

A rompere questo tabù fu Niki Lauda, nel 1975, dopo ben 11 anni dal titolo precedente. Esattamente come la situazione attuale per la Rossa. La fine degli anni ’70, poi, portò altri due trionfi, con lo stesso Lauda nel 1977 e con Jody Scheckter nel 1979.

Proprio in concomitanza con la vittoria del sudafricano, infatti, prende il via l’astinenza più lunga per la casa emilana. Bisognerà attendere il 2000 con Michael Schumacher per spezzare il sortilegio. 21 interminabili stagioni senza un alloro a Maranello che, successivamente, si rifece con gli interessi, con 6 titoli nel giro di otto anni. Fino al 2007, al lontanissimo 2007.

La Ferrari, quindi, inizia la stagione 2019 con la consapevolezza che, in caso di ulteriore insuccesso, si ritroverà nella seconda striscia di campionati senza titoli mondiali, superando gli 11 anni tra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70. La speranza di Sebastian Vettel e Charles Leclerc ovviamente, è che questo digiuno possa interrompersi, per non dover iniziare a ritirare in ballo i 21 anni senza gioie interrotti da Michael Schumacher.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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