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F1, le 5 risposte che dovrà darci il GP d’Ungheria

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Il circus della F1 si sposta a Budapest, sul circuito dell’Hungaroring, dove va in scena il GP d’Ungheria, dodicesimo appuntamento stagionale e ultimo prima della pausa estiva (prima ci saranno i test, la prossima settimana, proprio qui). Si arriva dalla Germania, dove Lewis Hamilton ha trionfato dopo una strepitosa rimonta dalla 14esima posizione, sfruttando appieno lo zero di Sebastian Vettel, finito contro le barriere per la pioggia.

Seb saprà imitare Lewis e non commettere errori?

Il confronto tra i due parla di 188 punti per il britannico, contro i 171 del tedesco, con la differenza fatta dai due podi in più conquistati dall’alfiere della Mercedes (8 a 6, con 4 vittorie a testa). La pista, però, ha fin qui messo in evidenza un’altra differenza, più marcata di quanto non dicano i numeri, ovvero la capacità di Hamilton di limitare al minimo gli errori. O meglio, quella di Vettel di non riuscirci. L’ultimo esempio è lampante, proprio in Germania: con l’arrivo della pioggia, Lewis, dopo aver rimontato in maniera furiosa, stava volando nonostante la gomma Ultrasoft (comunque le più “adatte” a quella situazione), mentre Seb ha sbagliato ed è finito contro le barriere. È vero che si è trattato del primo ritiro stagionale, ma la lista degli errori comprendeva già il lungo dopo la ripartenza da Safety Car nel finale a Baku, l’incidente con Bottas in Francia e il bloccaggio di Sainz in qualifica in Austria (poi rimediato in gara). Una tendenza da invertire, che stona con quella di Hamilton, bravo a portare a casa il risultato anche in situazioni sfavorevoli (es. Canada) e i cui problemi fin qui sono dipesi più dalla monoposto.

Come si adatterà la Ferrari all’Hungaroring?

I precedenti parlano chiaro: due successi negli ultimi tre anni, entrambi con Vettel. La gara del tedesco dello scorso anno è viva nella memoria dei tifosi della Rossa, perché permise di approcciare la pausa in vantaggio in classifica su Hamilton, con ambizioni di titolo poi disattese. Ma nel 2017 era un’altra Ferrari. Il passo corto era perfetto per l’Hungaroring, circuito fatto di curve lente e trazione, mentre quest’anno a Maranello hanno adottato per la soluzione opposta (adottata dalla Mercedes lo scorso anno in maniera decisiva nel confronto tra le due monoposto). Il passo lungo della SF71H rappresenta un’incognita in vista del prossimo weekend, ma i precedenti stagionali ci dicono anche che questa Ferrari è in grado di adattarsi ad ogni pista in maniera rapida e convincente. Sarà così anche a Budapest?

Come reagirà la Mercedes al caldo?

È il tormentone dell’estate nel circus. La tendenza della stagione è chiara: la Mercedes soffre le alte temperature, sia a livello di motore (come nel caso del doppio ritiro in Austria), sia di gomme. In Francia e in Gran Bretagna l’aiuto era arrivato dalle coperture Pirelli ridotte di 0,4 millimetri, mentre in Germania è stato il cielo a dare una mano alla Mercedes, con la pioggia che ha non solo favorito i due piloti, ma addirittura portato Vettel all’errore. Un quadro perfetto per il team di Brackley, che però in Ungheria sarà difficile vedere. Il meteo parla di caldo torrido e temperature elevate, anche oltre i trenta gradi. Sarà molto probabile, quindi vedere le modifiche aerodinamiche al posteriore per migliorare i flussi e il raffreddamento delle zone sensibili. Ma basterà per evitare problemi?

La Red Bull saprà sfruttare il vantaggio aerodinamico?

Quello dell’Hungaroring è uno dei tre appuntamenti segnati in rosso sul calendario di Milton Keynes, insieme a Montecarlo (dove ha vinto Ricciardo) e Singapore. Il circuito ungherese si adatta perfettamente all’aerodinamica della RB14, che qui consente di compensare il gap dovuto alla power unit Renault. Proprio Ricciardo, però, ha messo involontariamente in agitazione il team nell’avvicinamento alla gara di Budapest. Prima di Hockenheim sulla sua vettura sono stati sostituiti l’MGU-K, la centralina e il pacco batterie, superando il limite di unità previsto e incappando dunque in una penalizzazione, prevista e preventivata per giocarsi tutto in Ungheria. Domenica, però, Ricciardo è stato lasciato a piedi proprio dalla power unit, sollevando qualche timore in vista della prossima gara, sebbene le analisi condotte in settimana abbiano scongiurato una nuova penalità. Anche Verstappen non se la passa benissimo. In Germania sembrava potersi inserire nella contesa, dopo un avvio di weekend positivo, senza tuttavia riuscirci in gara. Domenica, però, la Red Bull può tornare ad essere protagonista.

Come reagiranno le gomme Ultrasoft?

Anche in Ungheria, come in Germania, ci sarà il salto di gomma. Pirelli porterà le gomme Medium, Soft e Ultrasoft, consentendo dunque di diversificare le strategie come già accaduto ad Hockenheim. I dubbi, però, riguardano proprio la mescola più morbida. Si tratta infatti della prima volta che viene adottata su questo circuito, poiché negli altri anni la casa italiana aveva sempre optato per la Supersoft. La gomma fucsia rappresenta più di un’incognita in vista del weekend e tanto dipenderà da come si adatterà alle temperature elevate della capitale ungherese. All’Hungaroring la qualifica è quantomai decisiva perché in pista è difficile superare. Senza contare che il degrado della Ultrasoft conterà tanto anche durante la prima fase di gara. Lo scorso anno Vettel riuscì a vincere con una sola sosta (da Supersoft a Soft), agevolato dalla Safety Car iniziale. Una strategia che quest’anno potrebbe essere difficilmente ripetibile, lasciando la porta aperta al solito rischio di superare il taglio del Q2 con la gomma Soft, utilizzandola poi in partenza. Staremo a vedere.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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