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Roland Garros 2018, Marco Cecchinato: “Il mio tennis è cambiato, vicino ai top player. Nato calciatore, ad Alicante la svolta”

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Marco Cecchinato si sta preparando alla semifinale del Roland Garros 2018 che giocherà domani contro Dominik Thiem. Il 25enne ha sconfitto Novak Djokovic e sta facendo sognare tutta l’Italia, tornata ad ammirare un tennista azzurro tra i migliori quattro di uno Slam dopo addirittura 40 anni dall’ultima volta. Il palermitano è lo sportivo più cercato del momento ma non si tira indietro e riparte da una ricca conferenza stampa alla vigilia della super sfida contro l’austriaco che vale un posto nell’atto conclusivo del prestigioso torneo di Parigi.

Marco Cecchinato ripercorre un po’ la sua storia: “Nasco calciatore. E tennista. Più calciatore, però. Buon attaccante ma in una famiglia di tennisti. Zio, cugino, meno i genitori, che mi hanno permesso sempre di dire la mia. Alla fine, zio Gabriele e mio cugino Francesco hanno avuto ragione. Mi sono ritrovato con una racchetta in mano. Mi piaceva, non è stata una gran rinuncia. Anche il passaggio a Caldaro è stato voluto da zio e cugino. Io non mi sono opposto, ero agli inizi e avevo fiducia in loro. Lasciare Palermo e trovarmi in un ambiente esclusivamente tennistico mi ha rafforzato dentro. Non nego che sia stato un sacrificio: nebbia, neve, freddo, da solo. Ma ne è valsa la pena. Il tennis è anche sacrificio e nei due anni a Caldaro il concetto l’ho memorizzato“.

La svolta è arrivata proprio quest’anno e il periodo di preparazione ad Alicante è stato decisivo: “Ho lavorato come un pazzo per quattro settimane. Ho affrontato quel periodo con la convinzione che il 2018 poteva portarmi delle soddisfazioni. Mi sono caricato di lavoro e infatti la forma fisica è molto buona. Il mio gioco è cambiato, metto insieme più cose, seguo trame diverse, sono aggressivo ma non rinuncio a variare gli schemi e a usare la smorzata. Non mi sento lontano dal tennis dei top player“.

Ceck non sembra sentire la pressione della partita:Non la avverto e spero che sarà così fino al match con Thiem. Ho un bel team, mi tengono allegro, mi aiutano. L’unica voglia che sento è quella di misurarmi nella nuova prova“. C’è un precedente vincente con Thiem ma risale a cinque anni fa in un Futures: “Non conta nulla, lui era un bambino, io poco più. Qualsiasi paragone sarebbe impossibile. Questo è un match che vale molto, per me e per lui”. E poi i suoi idoli Kakà e Safin: “Marat lo ho incontrato ieri, mi ha salutato e abbracciato, si è complimentato. Mi ha detto che vedrà il mio match“.

 





(foto Twitter Roland Garros)

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