Calcio
Mondiali 2018, Argentina-Croazia: Lionel Messi e compagni sotto pressione. La Croazia sogna il colpaccio
Vigilia caldissima a Nizhny Novgorod e non per il meteo. Domani sera Argentina e Croazia scenderanno in campo per la seconda partita del gruppo D: la classifica fin qui sorride ai balcanici, che guardano i rivali dall’alto e che si avvicinano al big match in condizioni ideali, forti dei tre punti. La Nazionale di Jorge Sampaoli è invece obbligata a vincere, dopo il discusso pareggio contro l’Islanda: per la classifica, evitare la Francia agli ottavi, ma soprattutto tranquillizzare un ambiente già scatenato. La pressione è tutta sull’Argentina e su Lionel Messi in particolare: il rigore sbagliato ha pesato come un macigno sulle sorti della sua squadra, riaprendo i soliti discorsi sulla capacità della stella del Barcellona di reggere la pressione che la maglia albiceleste porta inevitabilmente con sé negli appuntamenti importanti.
L’OMBRA DI MARADONA – Pressione che porta il nome di Diego Armando Maradona. El Pibe de Oro aleggia sulla sua selezione come un’ombra, piuttosto ingombrante (per l’importanza che riveste per il calcio argentino più che per la sua stazza), e come ogni Mondiale che si rispetti (fatta eccezione per il 2010 quando sedeva in panchina), ecco puntuali le critiche in occasione della “stecca” dell’Argentina. Il bersaglio delle lamentele di Diego, però, non è stato Messi. Anzi, Diego ha pure preso le difese della Pulce, concentrandosi, invece, su Sampaoli. “Ho sbagliato cinque rigori di fila, eppure sono rimasto Diego Armando Maradona, e non credo che la partita dell’Argentina e i due punti persi siano dovuti al rigore di Messi. Non posso incolpare i giocatori, hanno dato tutto. Piuttosto incolpo la mancanza di lavoro: è un peccato non aver preparato la partita sapendo che i giocatori dell’Islanda erano alti 1.90 m“. Le parole del Pibe, con tanto di chiusura al veleno: “Giocando in questo modo, Sampaoli non può tornare in Argentina“.
SAMPAOLI CAMBIA – Cambi inevitabili, dunque, per Sampaoli. Non solo nel modulo, ma anche negli uomini. Probabile il passaggio alla difesa a tre, con l’inserimento di Mercado al posto di Rojo; in mediana non ha convinto Biglia, sostituito da Lo Celso; ma il cambio principale sarà davanti, dove è secca la bocciatura per Meza ma soprattutto per Di Maria. Il CT argentino confermerà Messi e Agüero (nonostante Maradona abbia invocato a gran voce il nome di Higuain), che stavolta saranno accompagnati da Acuna e Pavon. Quest’ultimo è particolarmente atteso: contro l’Islanda ha fatto vedere ottime cose (già mostrate ampiamente quest’anno col Boca Juniors) ed ha la “benedizione” di Messi, che tempo fa lo definì una risorsa utile per la Nazionale. Toccherà a lui, dunque, e non a Dybala, costretto ancora una volta alla panchina.
LA CROAZIA SOGNA – Croazia con molta meno pressione e di conseguenza ancora più pericolosa. Doveva essere la mina vagante anche quattro anni fa, poi fu un flop, stavolta invece l’avventura è cominciata come meglio non poteva. Modric e compagni, con già tre punti in tasca, sognano il colpaccio, che in un colpo solo li proietterebbe agli ottavi (e con un accoppiamento facile contro la seconda del gruppo della Francia) e metterebbe in difficoltà una potenziale avversaria per la continuazione della competizione. Anche la vigilia della Croazia, però, non è stata tranquilla, sebbene il “caso Kalinic” alla fine non sembra aver lasciato minato l’entusiasmo del gruppo del CT Zlatko Dalić. Al selezionatore croato non è andato giù il rifiuto da parte dell’attaccante del Milan di scendere in campo nei minuti finali del match con la Nigeria, episodio già verificatosi durante l’amichevole pre-Mondiale con il Brasile. Kalinic ha lamentato problemi fisici e allora ecco la risposta di Dalić che lo ha gentilmente (ma neanche tanto) rispedito a casa, perché “alla Croazia servono giocatori sani…“.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: AGIF / Shutterstock.com
