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Calcio, Mondiali Russia 2018: tutte le squadre dell’Asia. Tra speranze e obiettivi

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Il Mondiale di Russia 2018 è l’ennesima occasione per l’Asia per dimostrare di poter essere considerata nella geografia del pallone. Un continente immenso, ma che con il calcio non è ancora riuscito ad ottenere i successi sperati. I tanti soldi a disposizione in molti paesi (dalla Cina agli Emirati Arabi) hanno portato grandi campioni ad emigrare in queste terre per migliorare la qualità dei vari campionati, ma tutto questo non ha portato le varie nazionali ad alzare il loro livello di competitività.

Le nazionali europee e sudamericane sono ancora troppo distanti ed il rischio per le selezioni asiatiche è quello di subire il sorpasso, sempre che in certi casi non sia già arrivato, anche da quelle africane o del Nord America (vedi Messico e Stati Uniti). In Russia ci saranno le “solite” Giappone, Corea del Sud, Iran, poi c’è il ritorno della Arabia Saudita e poi la “straniera” Australia, che partecipa alle fasi di qualificazione della AFC.

A parte Arabia Saudita (per il livello tecnico della squadra) ed Iran (girone con potenze come Spagna e Portogallo) le altre tre squadre hanno la possibilità di qualificarsi agli ottavi di finale, ma nessuna può considerarsi realmente la seconda forza del girone. Il rischio, però, di una clamorosa debacle, con cinque squadre tutte eliminate al primo turno è molto alto e rappresenterebbe l’ennesimo fallimento del calcio asiatico.

Il Giappone è stato inserito nel gruppo H con Polonia, Senegal e Colombia in quello che sembra essere il raggruppamento più equilibrato dell’intero Mondiale. I nipponici non avranno il tecnico che li ha portati a qualificarsi visto che il bosniaco Vahid Halilhodzic è stato infatti esonerato ad aprile e sostituito rapidamente con Akira Nishino. Honda e compagni proveranno a conquistare gli ottavi, come già accaduto nel 2002 e nel 2010.

L’incredibile semifinale in casa, tra incredibili vittorie e clamorosi regali arbitrali, è un lontano ricordo per la Corea del Sud. La generazione dei Park Ji Sung è ormai passata ed ora la nazionale coreana prova ad affidarsi a nuovi talenti per riscattare la prematura eliminazione dal Mondiale brasiliano. Il sorteggio ha messo di fronte la Germania alla nazionale allenata da Shin Tae-Yong, ma non saranno i campioni in carica gli avversari da battere, ma piuttosto il Messico e la Svezia, con cui si contenderanno il secondo posto.

Come detto missione quasi impossibile per Arabia Saudita ed Iran. La prima è probabilmente tra le nazionali più deboli sul piano tecnico e anche nell’amichevole contro l’Italia non si è vista una grande nazionale. I sauditi sono stati inseriti nel gruppo con Uruguay, Russia ed Egitto e sono sicuramente la quarta forza.
L’Iran, invece, è una buona nazionale, messa in campo molto bene da Carlos Queiroz, ex di Real Madrid e Manchester United. Squadra solida con delle ottime individualità e che ha messo in difficoltà l’Argentina quattro anni fa (solo una magia di Messi decise il match). Purtroppo la fortuna ha voltato le spalle agli iraniani che sono stati sorteggiati con Spagna e Portogallo (il Marocco è la terza squadra) e dunque avranno bisogno di una grande impresa per volare agli ottavi.

L’Australia non fa parte dell’Asia, ma, come detto, calcisticamente parlando si può considerare di quella parte del mondo. Il calcio nella terra dei canguri non è mai riuscito ad esplodere del tutto, nonostante anche l’approdo di alcuni campioni come Alessandro Del Piero. Anche la nazionale sta faticando e sta cercando un ricambio generazionale. Sono lontani i tempi di quando l’Australia raggiungeva gli ottavi nel 2006 e veniva eliminata solo da un rigore all’ultimo secondo di Francesco Totti. In Russia, però, le possibilità di entrare tra le prime sedici ci sono perchè a parte la Francia, con Perù e Danimarca gli australiani possono giocarsi le loro carte.

 

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Foto: almonfoto/ Shutterstock.com

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