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Golf, Open d’Italia 2018: il percorso e le 18 buche di Soiano del Lago ai raggi X

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Lo European Tour fa nuovamente tappa nel nostro Paese, stavolta per l’Open d’Italia. Un appuntamento anticipato di qualche mese rispetto al solito. Non più tra settembre e ottobre ma a maggio. Cambia anche lo scenario: si rimane in Lombardia, ma ci si sposta a Brescia. Quest’anno si giocherà sul percorso del Gardagolf Country Club di Soiano del Lago, su cui si è giocato l’ultima volta nel 2003.

Le 18 buche del percorso sono in realtà la combinazione di due percorsi diversi, il bianco e il rosso. Il primo, da cui sono state prese le prime 9 buche, si estende sulla piana da Soiano verso Manerba; il secondo, ovvero le seconde 9, si snoda sulle colline dominate dal Castello di Soiano e dal Comune di Polpenazze.

Le 18 buche dell’Open d’Italia ai raggi X

Buca 1 (385 m) – È un par 4 in discesa; il tee shot da posizione rialzata è reso molto stretto da due bunker sulla destra. L’accesso al green, difeso da due bunker che stringono tantissimo l’ingresso, è quindi più semplice da sinistra.

Buca 2 (450 m) – Normalmente è un par 5, ma nell’Open d’Italia sarà un par 4. Il lago costringe una strategia attenta per il secondo colpo verso il green, molto poco profondo e difeso da due bunker in entrata.

Buca 3 (430 m) – Uno dei tee shot più difficili del campo, perché c’è tanta acqua in gioco; la strategia dipende quindi dal drive: il secondo colpo presenta un green stretto ma molto lungo, in cui non è semplice ottenere la misura giusta.

Buca 4 (410 m) – Lungo par 4, tutto in mezzo alle piante; primo e secondo colpo molto complessi, importante trovarsi in fairway per riuscire a raggiungere il green in colpi regolamentari. Il green è leggermente sopraelevato e difeso da un bunker corto sulla sinistra.

Buca 5 (225 m) – È il par 3 più lungo del campo, in discesa, con un green piccolo e bunker su tutta la parte sinistra. In caso di errore è importante sbagliare dalla parte giusta per avere un approccio più semplice.

Buca 6 (385 m) – Par 4 lungo e in salita, con un tee shot molto stretto tra bunker a sinistra e piante sulla destra. Il secondo colpo è altrettanto difficile, perché c’è un lie complesso in fairway. Per l’approccio al green meglio la sinistra, per evitare il difficile bunker sulla destra.

Buca 7 (495 m) – È un complicato dogleg da sinistra, par 5, con un ostacolo d’acqua sulla sinistra che scoraggia i più temerari dal tee. Si può provare a raggiungere il green in due colpi: riuscirci sarebbe un affare.

Buca 8 (175 m) – È un difficile par 3, in cui occorre essere precisi per raggiungere il green, visto che è da acqua a sinistra e bunker a destra.

Buca 9 (375 m) – Buca molto spettacolare con arrivo in salita verso la club house, in un anfiteatro naturale cosparso di antiche piante di ulivo. Il tee shot è molto stretto, tra bunker a destra e sinistra. Il secondo colpo in salita è reso più difficile dal bunker davanti al green, l’asta a sinistra sicuramente la più difficile da affrontare.

Buca 10 (170 m) – Par 3 in salita di media lunghezza. Una strategia conservativa è consigliata quando la bandiera è difesa dal bunker di sinistra.

Buca 11 (410 m) – Si tratta di un par 4 molto lungo e difficile. Piazzarsi in fairway con il tee shot è fondamentale per tirare il secondo in un green molto in pendenza e spesso veloce.

Buca 12 (142 m) – Par 3 corto con ampio dislivello (partenza sopraelevata) e acqua davanti al green; è la buca-simbolo di Gardagolf, premiata dal Golf Magazine come “una delle 500 buche più belle al mondo”, essenziale una buona scelta del bastone.

Buca 13 (480 m) – Altro dogleg, par 5. Il green è raggiungibile in due colpi tagliando sopra le piante con il primo colpo; altrimenti sono essenziali due colpi precisi per piazzarsi a destra dell’acqua e avere una più semplice entrata al green.

Buca 14 (405 m) – Par 4 in discesa con un tee shot parzialmente cieco. Importante tenersi lontano dalla parte destra, molto punitiva in questa buca. Green coperto da un bunker sulla destra e molto in pendenza da fine ad inizio.

Buca 15 (520 m) – Ultimo par 5 del percorso, discesa e dogleg verso sinistra. Vietato tagliare troppo l’angolo con il tee shot. Sarà invece importante calcolare bene il secondo colpo per piazzarsi davanti al fosso e attaccare da posizione ideale il green con il terzo colpo.

Buca 16 (365 m) – Par 4 in salita con un bunker sulla destra. La distanza con il secondo colpo può ingannare per raggiungere un green sopraelevato e con molta pendenza, oltre ad un gradino che lo attraversa a metà rendendolo spesso veloce e difficile con il putt.

Buca 17 (315 m) – È un par 4 corto su cui si può diversificare la strategia. La più semplice non obbliga l’uso del driver per poi tirare al green con un ferro medio, rischiando di più invece si può arrivare a tirare direttamente verso il green, in pendenza da destra verso sinistra e difeso da quattro bunker.

Buca 18 (446 m) – Par 4 lungo e stretto: non c’è riposo in questa buca che richiede un tee shot perfetto appena sopra alla discesa, posizione ideale da cui attaccare il green, stretto e lungo, molto mosso da destra verso sinistra, con un ferro piuttosto lungo. È la buca più impegnativa del percorso, con uno scenario da favola: sulla sinistra domina la ex villa padronale della famiglia Omodeo, ora complesso residenziale; sulla destra il Lago di Garda con la cornice del Monte Baldo.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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