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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, Chris Froome: “Un sogno che si realizza. L’impresa di Bardonecchia? Sono andato più forte in discesa che in salita”

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Chris Froome nella leggenda del ciclismo? Probabilmente sì. La tripletta Tour-Vuelta e Giro è cosa rara e lui, fino a qualche giorno fa, sembrava non essere pronto per questo obiettivo. Ma poi, nell’ultima settimana della Corsa Rosa, l’asso britannico ha trovato il colpo di pedale desiderato, facendo la differenza sullo Zoncolan e sul Colle delle Finestre, scrivendo un’altra pagina di storia. Tagliato ieri il traguardo di Cervinia, le prime parole di Chris erano le seguenti: “La battaglia più grande della mia vita è vinta. E’ un sogno che si realizza”.

Un Froome molto più umano quello che abbiamo scoperto in questo Giro. Sarà stata l’impresa della Venaria Reale-Bardonecchia, la sofferenza delle prime tappe ed un approccio meno “robotico”, ma i tifosi sulle strade hanno apprezzato questa versione “diversa” del corridore del Team Sky. Non vuol però scomporsi più di tanto il quatto volte vincitore del Tour, pensando all’ultima tappa di Roma: “Prima di tutto bisogna aspettare che tagli il traguardo di Roma perché, fino a quel momento, non ho ancora vinto. Ovviamente l’obiettivo della tripletta mi ha dato una motivazione fortissima. Non penso quindi che risentirò dello sforzo fatto qui in vista del Tour. A questa corsa non sono arrivato al 100% e la mia condizione è cresciuta tappa dopo tappa. Questo mi fa pensare che riuscirò a recuperare ed essere competitivo anche per la Grande Boucle“, ha dichiarato il ciclista della Sky, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Ci sono stati tanti momenti difficili, in primis la caduta di Gerusalemme che mi ha tolto fiducia e portato dolori. Tuttavia sapevo che nelle ultime tappe avrei potuto fare bene. Questo mi ha dato la forza di andare“, ha aggiunto la Maglia Rosa. Sui suoi rivali: “Dumoulin non ha mai mollato, mi ha attaccato anche in quest’ultima tappa tre o quattro volte ed io sono riuscito a stargli a ruota. Altro duello al Tour? Io ci sarò, non so lui…”

A chiosa, una risposta è arrivata su una domanda provocatoria riguardante la portata della vittoria di Bardonecchia, alludendo ad imprese del passato legate al doping: “Ho guadagnato di più in discesa che in salita. Merito della bici e della mia posizione. I watt ora a memoria non li ricordo esattamente, ma circa 350 medi nelle ultime tre ore. E considerate che c’era molta discesa. Non ho problemi a condividere questi dati”.





 

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Foto: Pier Colombo

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