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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, la tappa di domani. Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore), si sale per 45 km! Finale al 9%, che tappone sugli Appennini!

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Ora il Giro d’Italia è atteso davvero da una svolta cruciale. Dopo l’Etna che ha consegnato la maglia rosa a Simon Yates grazie a un bello scatto e al nulla di fatto tra gli altri big, dopo le scaramucce di Montevergine, finalmente si inizierà a fare sul serio: la nona tappa, quella che precede il secondo giorno di riposo, promette scintille e sarà sicuramente determinante per le sorti della classifica generale. La lunghissima Pesco Sannita-Gran Sasso d’Italia (ben 225 chilometri) si farà sentire nelle gambe dei ciclisti, il terzo arrivo in salita promette spettacolo e ci sarà davvero da divertirsi: chi vuole vincere la Corsa Rosa deve assolutamente attaccare, c’è ampio spazio per fare la differenza e mettere in difficoltà tutti i rivali.

Dopo 100km lungo la strada a scorrimento veloce da Benevento a Rionero Sannitico, infatti, non si scherza più. Le squadre dei big dovranno iniziare a lavorare per preparare il terreno ai proprio capitani: chi ha la gamba deve togliersi la maschera e piazzare l’affondo. Gli ultimi 47 chilometri saranno tutti in salita, qualcosa di davvero spaventoso che porterà il gruppo nel cuore del Gran Sasso e con l’arrivo posto addirittura a 2135 metri sul livello del mare. L’ossigeno sarà rarefatto, le temperature saranno prossime agli 0 °C, farà davvero molto freddo e qualcuno rischia di pagare dazio. Questa deve essere la giornata di Fabio Aru e Chris Froome: se davvero sono in crescendo di condizione allora devono piazzare una stoccata e dare una dimostrazione di forza ai rivali. Tom Dumoulin può difendersi su queste asperità, grande incognita su Simon Yates, attenzione naturalmente anche ai vari Domenico Pozzovivo, Thibaut Pinot, Miguel Angel Lopez ed Esteban Chaves.

La salita conclusiva inizierà poco dopo il secondo traguardo volante posto a Bussi sul Tirino ed è divisa in due tronconi, intervallati da sei chilometri in falsopiano. Il primo è lungo 14,8 chilometri e porta a Calascio con pendenze sempre tra il 6-7% con una punta al 10% a due chilometri dal GPM. Si scollina a Calascio, sei chilometri attorno al 2% di media per arrivare a Santo Stefano di Sessanio dove inizieranno gli ultimi 26,5 chilometri della tappa: primi 10 chilometri al 4% di pendenza media, poi tra Lago Racollo e Lago Pietranzoni si viaggia al 3% di media per circa 6 chilometri (con punte al 6%), ultimi sette chilometri davvero infernali dove davvero si farà la differenza. Non si scenderà mai sotto il 6%, ultimi 5000m sempre oltre l’8% di pendenza. Gli ultimi due chilometri saranno oltre i 2000m di altitudine con una punta al 13%. Bisogna osare, chi vuole vincere il Giro d’Italia deve fare suo Campo Imperatore.

 





Foto: Marco Alpozzi – LaPresse – Comunicato Stampa Rcs

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