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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, Caltanissetta-Etna: giù la maschera! Sul vulcano non si bluffa. Aru, Froome e Dumoulin: l’ora della verità

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Il tempo dei dubbi e delle supposizioni è finito: da domani non si potrà più bluffare al Giro d’Italia 2018. La sesta tappa, 164 km da Caltanissetta all’Etna (Osservatorio Astronomico), chiuderà il trittico siciliano con la frazione più dura ed attesa. Il primo arrivo in salita di questa Corsa Rosa potrà davvero fare male a tanti. Domani sera la classifica generale avrà un volto completamente differente e molto ben definito.

A differenza degli altri anni, l’Etna può riservare distacchi davvero importanti. Si sale infatti attraverso un versante inedito, molto duro. 15 km con pendenza media del 6,5% e punta massima del 15%. E’ un’ascesa a gradoni, con tratti davvero impegnativi che si alternano ad altri dove è possibile respirare.

L’inizio è agevole, sul 6,4%, poi dal terzo al sesto chilometro la pendenza media diventa del 9%. La parte centrale è la più facile, al 5,2%, poi 8% tra il decimo ed il tredicesimo km, mentre gli ultimi 1000 metri sono al 4,7%.

Insomma, una salita lunga e con pendenza importanti, soprattutto in alcuni tratti. Chi ha le gambe, potrà davvero fare la differenza. Tanti i corridori sotto esame, in primis Fabio Aru e Chris Froome. Il sardo è apparso in ripresa quest’oggi a Santa Ninfa e sul vulcano troverà il terreno di caccia preferito. La condizione è in netta crescita, anche se non ancora al 100%: l’obiettivo per il Cavaliere dei Quattro Mori potrebbe essere quello di rimanere nel gruppetto dei migliori, in attesa di sferrare attacchi importanti nelle prossime tappe. Va detto che l’Etna si adatta bene alle caratteristiche del capitano della UAE Emirates.

L’incognita vera è rappresentata da Froome. Il britannico ha davvero faticato in questa prima parte di Giro d’Italia ed anche nella frazione odierna, pur non avendo perso nulla, ha dato la sensazione di trovarsi ‘al gancio’. Il keniano bianco ha lavorato molto in sede di preparazione per farsi trovare in ottima condizione sulle salite lunghe. Se vorrà conquistare la maglia rosa, dovrà muoversi già domani e provare a tastare la gamba di Dumoulin. Se invece dovesse pagare ulteriori secondi dai migliori, allora ombre inquietanti inizierebbero ad addensarsi sul quattro volte vincitore del Tour de France.

Il principale indiziato per strappare il primato all’australiano Rohan Dennis è proprio Dumoulin. Fin qui il vincitore dell’edizione 2017 ha accumulato un vantaggio importante nella cronometro inaugurale, rimanendo sempre defilato nelle frazioni successive. Né ieri né oggi si è mosso su due strappi che ben si addicevano alle sue doti di potenza ed esplosività. A Santa Ninfa ha quasi dato la sensazione di faticare a tenere il ritmo dei migliori. Domani, in ogni caso, capiremo moltissimo sull’esito di questo Giro d’Italia: se Dumoulin dovesse rispondere senza problemi agli attacchi degli altri scalatori o addirittura muoversi in prima persona e guadagnare ulteriori secondi, allora il secondo successo consecutivo sarebbe quasi ipotecato, considerando una cronometro di 34 km ancora da disputare (e completamente piatta).

Oltre a Fabio Aru, l’Italia attende con curiosità anche Domenico Pozzovivo e Davide Formolo. Il lucano, a 35 anni, sembra davvero attraversare lo stato di forma della vita. Non solo l’Etna, ma anche le successive ascese a Montevergine e Campo Imperatore sembrano davvero calzare a pennello al capitano della Bahrein Merida. Anche Formolo, di 10 anni più giovane, è arrivato a questo Giro preparato come mai prima in passato. Ha svolto due ritiri in altura, curando ogni minimo particolare: se vorrà spiccare il volo, domani dovrà lottare con i migliori.

Poche ore ancora ed il Giro d’Italia verrà incendiato dalla battaglia sull’Etna. Sarà il vulcano ad eruttare le prime, inappellabili sentenze.

federico.militello@oasport.it

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