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Sci alpino, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: gli azzurri ai raggi X. Cinque carte da podio e tanti outsider per l’Italia

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È un’Italia carica quella che si presenta alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018: nello sci alpino, dopo anni di transizione, gli atleti azzurri sono riusciti a trovare nelle ultime due stagioni una grande continuità di risultati ad alti livelli. Un anno fa, al femminile, quella italiana fu la squadra che raccolse più punti in Coppa del Mondo, mentre al maschile furono diverse le vittorie di prestigio raccolte dagli azzurri, con Peter Fill che vinse anche la Coppa di specialità in discesa. Ai Mondiali di St Moritz di un anno fa, però, gli azzurri non brillarono (arrivò solo il bronzo di Sofia Goggia in gigante): a PyeongChang la storia può essere diversa.

Partiamo dalla Nazionale femminile. Sofia Goggia e Federica Brignone sono le due punte di diamante di una squadre che quest’anno ha piazzato sul podio altre cinque atlete (record per il Bel Paese), cioé Marta Bassino, Johanna Schnarf, Nadia Fanchini, Irene Curtoni e Manuela Moelgg. Tutte quante saranno in Corea, pronte ad andare all’assalto del podio. Sofia è alla prima partecipazione olimpica della carriera e si presenta ai cancelletti di partenza con il ruolo di favorita numero due in discesa: a Jeongseon, un anno fa, colse la prima vittoria in carriera (subito bissata da quella in SuperG), ma deve fare i conti con una Lindsey Vonn che sembra davvero al top della forma. Sofia ci crede: nella velocità, è da podio in entrambe le gare, in gigante è un’outsider, in combinata può sempre accadere di tutto. Attenzione, però, a evitare “goggiate” proprio nell’evento clou, anche se la bergamasca ha dimostrato nell’ultimo periodo (seconda discesa di Cortina a parte) di essere migliorata su questo aspetto.

Brignone, in gigante, è da podio, mentre la pista del superG è meno adatta alle sua caratteristiche. La valdostana cercherà il piazzamento fra le prime tre fra le porte larghe, dove verosimilmente si giocherà il podio con Raghnlid Mowinckel, Mikaela Shiffrin, Viktoria Rebensburg e Tessa Worley. In combinata poi, in una ipotetica graduatoria, c’è lei dietro a Shiffrin e Wendy Holdener. In gigante, però, l’Italia può contare su una grande squadra: oltre alle due atlete sopracitate, ci sono anche Manuela Moelgg (tre podi in stagione) e Marta Bassino, quest’ultima apparsa davvero in forma e con due podi nelle ultime due gare disputate. Entrambe saranno fra le outsider, ma in una gara secca sappiamo bene come tutto possa succedere.

Johanna Schnarf, Nadia Fanchini e Nicol Delago sono le tre azzurre che, nella velocità, partiranno un gradino sotto rispetto alle altre. Anche loro con il ruolo di outsider, sono reduci rispettivamente da un secondo posto in superG a Cortina, un terzo posto in discesa a Bad Kleinchirkkeim e la prima top ten in carriera. Per quanto riguarda le prime due, l’esperienza è dalla loro: Johanna vuole riscattare il quarto posto olimpico di Vancouver, Nadia cerca l’exploit, magari confidando in una tracciatura adatta alle sue doti e in un buon pettorale. Per Nicol, invece, l’obiettivo è fare esperienza: l’azzurra, potenzialmente, vale però un piazzamento in top 15. Fra le altre, nello slalom Chiara Costazza e Irene Curtoni possono ambire alla top ten: il podio sembra essere molto difficile, in virtù in particolare dell’andamento in Coppa del Mondo.

Al maschile, gli azzurri puntano principalmente su velocità e combinata. Christof Innerhofer, Dominik Paris e Peter Fill sono ormai da anni nel lotto dei migliori specialisti di discesa e superG e in Corea proveranno a piazzare il colpaccio. In generale, negli ultimi anni in particolare, discesa e superG sono state aperte a ogni tipo di risultato e spesso decise dalla proverbiale “manche della vita” dell’atleta di turno, a volte non considerato nemmeno nel lotto dei papabili vincitori. Innerhofer, da un certo punto di vista, è proprio uomo da gara secca. L’altoatesino, oro mondiale 2011 in superG, argento e bronzo olimpico a Sochi in discesa e combinata, vuole stupire, pur partendo senza i favori del pronostico. La forma mostrata a Garmisch è però ottimale e Inner potrebbe riservare qualche gradita sorpresa.

Peter e Dominik, sulla carta, hanno però qualche chance in più. Il secondo, in particolare, ha conquistato in stagione la vittoria a Bormio e nell’ultimo periodo è sembrato davvero pimpante e a suo agio con gli sci. Ha un buon feeling con la pista coreana e per questo motivo può far parte del lotto di cinque o sei sciatori che, in graduatoria, parte leggermente dietro alla coppia Aksel Lund Svindal – Beat Feuz, che sta monopolizzando la stagione di Coppa del Mondo in discesa. Peter, dalla sua, ha l’esperienza: le pressioni, in Corea, saranno probabilmente su altri atleti e spesso, in carriera, Fill ha dimostrato di riuscire a cogliere piazzamenti importanti in gare che sulla carta non lo vedevano fra i favoriti. Tutti e tre, infine, possono cercare l’assolo in combinata (anche se qui i primi due posti sembrano prenotati da Hirscher e Pinturault).

Fra le discipline tecniche, invece, gli azzurri non saranno fra i favoriti. Manfred Moelgg e Stefano Gross in slalom non sono ancora andati a podio in stagione: la pista coreana è però un’incognita per tutti e perciò, tolti i primi due posti che dovrebbero andare a Hirscher e Kristoffersen, gli azzurri possono ambire al terzo gradino del podio, anche se la concorrenza è tanta e agguerrita. In gigante, Moelgg, Florian Eisath e Luca De Aliprandini cercano quello che sarebbe un miracolo: qui, ai due atleti sopracitati, si aggiunge Alexis Pinturault per formare un trio che difficilmente scenderà dal podio. Gli azzurri hanno il dovere di provarci e cercheranno di affrontare la pista con la spregiudicatezza di chi non ha nulla da perdere.

Fra gli altri, ci sono Riccardo Tonetti, Matteo Marsaglia, Emanuele Buzzi e Alex Vinatzer. I primi due cercano il piazzamento in top 20 nelle gare in cui parteciperanno, mentre Buzzi e Vinatzer sono pronti per fare esperienza. Entrambi molto giovani, sono in grande crescita. Il primo, in discesa, è reduce da un 11mo e un decimo posto tra Kitzbuehel e Garmisch e dalla prossima gara sarà di diritto fra i primi trenta: la sensazione è quella di stare assistendo alla sua esplosione, anche se i Giochi verosimilmente saranno una sorta di esame di maturità. Per il giovane slalomista, invece, la Corea sarà il primo assaggio olimpico, in attesa, magari, di vederlo fra i protagonisti a partire da Pechino 2022.

 

andrea.voria@oasport.it





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Foto: Pentaphoto

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