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Sci di fondo, Federico Pellegrino: “Non devo guardare in faccia nessuno, ma solo lottare per una medaglia. Nella team sprint non mi nascondo”

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ESCLUSIVA OA SPORT – La vetta dell’Olimpo rappresenta l’ultimo traguardo per Federico Pellegrino, a 27 anni già tra i più grandi fondisti italiani di tutti i tempi. Dopo aver vinto una Coppa del Mondo sprint ed il Mondiale 2017, l’aostano andrà ora a caccia dell’ambita medaglia olimpica a PyeongChang 2018, l’unica a mancare in una bacheca già molto ricca. La chance più importante per puntare alla vittoria sarà la team sprint in coppia con il fido Dietmar Noeckler. Pellegrino, tuttavia, è conscio di poter recitare un ruolo da protagonista anche nella sprint a tecnica classica e, perché no, in staffetta.

Federico, siamo ormai agli sgoccioli. Ti presenti alle Olimpiadi nello stato di forma che avresti desiderato?
In fase di preparazione è andato tutto come preventivato. Ho svolto tutti i lavori programmati sin dall’estate. Non ho avuto intoppi, a parte qualche affaticamento come è normale che sia quando si stimola molto il corpo. Questi affaticamenti li ho avvertiti molto nelle ultime due settimane. A Planica sono stati fatali perché, nel momento in cui ho perso l’equilibrio all’ultima curva, non ho avuto la forza di rimettermi in sesto e quindi sono caduto. Invece a Seefeld le gambe erano molto stanche, per questo il quarto posto è stato un grande risultato perché le sensazioni non erano buone. Quel quarto posto è dedicato agli scaramantici. Io, pur non essendolo, so che c’è chi pensa che anche l’anno scorso, prima dei Mondiali, giunsi quarto nell’ultima sprint di Otepaa. Io però so che la gara a PyeongChang è tutta da costruire e da vincere. L’unico intoppo è stato il non risultato di Planica, perché non ho potuto avere dei riscontri nell’ultima sprint in tecnica classica prima delle Olimpiadi a causa della caduta con conseguente non qualifica“.

Può essere un vantaggio disputare la team sprint nella parte finale delle Olimpiadi, quando il norvegese Johannes Hoesflot Klaebo potrebbe forse accusare la fatica delle tante gare già disputate in precedenza?
Non credo che Klaebo rischi di arrivare stanco, perché saprà programmare al meglio le Olimpiadi in tutta la sua durata. Io però non mi nascondo: se nella sprint e nella staffetta sarò un outsider, nella team sprint senza problemi dico che posso giocarmela per qualsiasi risultato, quindi ce la metterò tutta e faremo i conti alla fine“.

Prima della team sprint, tuttavia, anche tu disputerai due gare. Con quali ambizioni? 
Io penserò alle mie tre gare in ordine cronologico, quindi ora la mia mente è fissata solo sulla sprint in tecnica classica, l’unica gara individuale a cui parteciperò. Dopo ci sarà la staffetta, gara in cui credo molto nonostante non siano arrivati grandi risultati nelle gare distance in questa stagione. So che il gruppo è una componente fondamentale, siamo uniti. Dovremo farci trovare pronti perché la staffetta è sempre molto particolare e può succedere di tutto“.

Alle Olimpiadi mancherà il russo Sergey Ustiugov. Una assenza che potrebbe agevolarti nelle sprint?
Ho deciso di non addentrarmi troppo nella questione per non perdere energie in una faccenda che non mi riguarda. So che, anche senza di lui, di avversari tosti ce ne saranno tanti. Non dovrò guardare in faccia nessuno, ma solo pensare a me stesso e dare il massimo per portare a casa una medaglia di qualsiasi colore“.

federico.militello@oasport.it





Foto: Pier Colombo
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