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Sci di fondo

Sci di fondo, Coppa del Mondo 2018. Azzurri: meno certezze dopo Seefeld

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La marcia di avvicinamento a un grande evento come le Olimpiadi può giocare qualche brutto scherzo e in effetti la tappa di coppa del Mondo a Seefeld nello scorso fine settimana ha lasciato qualche dubbio in casa azzurra con la trasferta coreana che si avvicina velocemente.

E’ vero che il percorso degli azzurri poteva prevedere un picco negativo prima delle Olimpiadi e che i norvegesi, ad esempio, hanno dovuto fare i conti con il momento difficile nelle scorse settimane ma, soprattutto in campo maschile, sono arrivati risultati nettamente al di sotto delle aspettative dalla due giorni austriaca e questo dato, incrociato con la grande condizione palesata da un po’ tutti i grandi protagonisti ad altissimo livello (Klaebo, Cologna, Sundby e i norvegesi in generale su tutti), sparge un po’ di preoccupazione in casa azzurra al termine di un mese, quello di gennaio, che invece aveva regalato grandi soddisfazioni.

Pellegrino ha fatto un passo indietro rispetto a Dresda, chiudendo quarto la sprinta a tecnica libera ma la punta di diamante della squadra italiana c’è, lotta alla pari con i più forti e c’è da giurare che arriverà in grande forma al momento più importante della stagione e forse dell’intera carriera. Ci può stare anche di nascondersi un po’ alla vigilia di un grande appuntamento e quindi per il suo quarto posto nella sprint non è il caso di fare drammi.

Molto meno sono piaciuti ieri nella 15 km a tecnica libera con partenza di massa gli altri componenti della squadra azzurra. E’ vero che Seefeld era solo una tappa di passaggio ma non ci si aspettava di vedere staccarsi dal gruppo di testa, composto da una trentina di atleti, a metà gara uomini del calibro di De Fabiani, Noeckler e Salvadori che dovranno essere protagonisti a livello individuale ma, assieme a Pellegrino, anche della staffetta a PyeongChang. Capiremo solo tra due settimane se la preparazione è stata impostata per arrivare esattamente al massimo in Corea o se qualcosa è stato sbagliato nei tempi. Di sicuro vedere gli italiani nelle retrovie non è stato bello.

In campo femminile, date le assenze, c’era spazio per fare bene e nella sprint Laurent e Vuerich (chiamata in extremis a far parte della squadra olimpica al posto di Stuerz) ne hanno approfittato per cogliere due buoni risultati (per Laurent addirittura il migliore in carriera), mentre Brocard nella 10 km a tecnica libera ha confermato di poter essere da prime trenta come aveva già dimostrato al Tour de Ski. Non ci si può aspettare molto di più dalla squadra femminile, che comunque cresce e lotta e per il momento va bene così.

 





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