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CiclismoStrada

Vincenzo Nibali icona del Nuovo Millennio. Nessun corridore completo come lo Squalo. E’ caccia a Merckx e Gimondi

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Il ciclismo italiano aveva vissuto sin qui un 2017 positivo, senza tuttavia brindare ad un successo di peso in un Grande Giro o in una Classica Monumento. Ci voleva il solito, incommensurabile Vincenzo Nibali per colmare il vuoto. Dopo l’argento di Elia Viviani agli Europei ed il beffardo quarto posto di Matteo Trentin ai Mondiali, è arrivata finalmente l’affermazione di peso che dà un volto diverso all’intera annata.

Lo Squalo dello Stretto, pur a seguito della micro-frattura patita nel tappone dell’Angliru, era uscito in condizione straordinaria dalla Vuelta. Uno stato di forma affinato con cura nelle settimane successive, per arrivare al top proprio in vista della “Classica delle Foglie Morte”. Già al Giro dell’Emilia, dove aveva chiuso secondo alle spalle del compagno di squadra Giovanni Visconti, aveva lasciato intendere di avere qualcosa in più in salita rispetto agli avversari.

Oggi un successo in solitaria al termine di un’azione da autentico fuoriclasse. Sul Civiglio ha saputo attendere con grande acume tattico. Non ha risposto ai primi allunghi del francese Thibaut Pinot, salvo andarlo a riprendere in un batter d’occhio con una rasoiata ingestibile da parte degli altri inseguitori. In discesa, da sempre suo habitat naturale, il siciliano ha dipinto le curve da artista consumato, togliendosi dalle ruote il francese, per poi infliggergli il definitivo colpo di grazia sulla salita di San Fermo della Battaglia.

Nibali era il più forte e lo ha dimostrato non lasciando alcuno scampo alla concorrenza. Ha corso da padrone, sicuro dei propri mezzi e dando sempre la sensazione di una gestione di gara agevolmente sotto controllo.

A 32 anni (saranno 33 a novembre), lo Squalo si conferma l’indiscusso faro del movimento tricolore. Il siciliano archivia un 2017 assolutamente positivo, dove ha collezionato un terzo posto al Giro d’Italia ed un secondo alla Vuelta. In tutte le gare a cui ha preso parte, l’italiano ha recitato un ruolo da protagonista. Inoltre è stato bravissimo a plasmare e rendere competitiva una squadra, la Bahrain Merida, di recente formazione ed al primo anno nel World Tour. Il trionfo al Giro di Lombardia, il secondo dopo quello del 2015, conferma Vincenzo Nibali come il corridore più eclettico e completo del Nuovo Millennio, unico tra i grandissimi (pensiamo ad esempio ai Froome, Contador e Quintana) ad eccellere e vincere sia nelle grandi corse a tappe sia nelle classiche. Siamo di fronte ad una vera e propria icona che promette di realizzare nuove imprese almeno per altre 2-3 stagioni. Il mirino è già puntato sul 2018, quando ad Innsbruck andrà in scena un Mondiale da veri scalatori. Sulle Alpi Nibali proverà a diventare il quarto corridore di sempre, dopo Gimondi, Merckx ed Hinault, a vincere in carriera la maglia iridata oltre a Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta. E’ la dolce seduzione della storia che sprona le leggende. Lo Squalo non è sazio.





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Foto: Pier Colombo

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