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Tennis, Coppa Davis 2018: Fabio Fognini farà da chioccia ad una nuova generazione azzurra? Matteo Berrettini il giovane più continuo e promettente

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La stagione 2017 del tennis volge al termine con gli ultimi tornei in programma e le Finals del circuito ATP e WTA metteranno la parola fine al darsi in campo nel settore maschile e femminile. In casa Italia i pensieri vanno già al 2018 ed al primo turno di Coppa Davis 2018, programmato dal 2 al 4 febbraio. La selezione del Bel Paese se la vedrà con il Giappone in trasferta ed è abbastanza scontato affermare che la presenza o l’assenza di Kei Nishikori tra le fila nipponiche farà la differenza. Il problema al polso accusato nel corso di un allenamento a Cincinnati (Usa), quest’anno, lo ha costretto  a dare forfait per tutto il 2017. In questo senso, trattandosi di un fastidio piuttosto delicato per un tennista, la vicinanza tra gli Australian Open ed il primo round di Davis potrebbe portare il giapponese a fare una scelta.

Tuttavia, al di là delle decisioni di Nishikori, nella compagine azzurra il ruolo di Fabio Fognini sarà fondamentale. Il ligure salito “agli onori della cronaca” per la squalifica negli US Open 2017 per frasi irriguardose nei confronti del giudice di sedia, deve ricostruire la propria immagine. Gli ultimi risultati ottenuti nei tornei ATP sono stati confortanti e la recente semifinale di Stoccolma ne è una conferma. Il braccio di Fabio non è mai stato in discussione, essendo dotato come pochi altri di classe sopraffina. Sfortunatamente per lui ed i nostri colori, le intemperanze ed i vuoti mentali nel gioco sono ricorrenti impedendo ad un ragazzo ormai 30enne di essere qualcosa di più del n.27 del mondo.

In Coppa Davis però, spesso, l’azzurro ha saputo trasformarsi riuscendo quasi a caricarsi sulle spalle la squadra ed a minimizzare i propri buchi psicologici. Un aspetto su cui punta tantissimo il capitano non giocatore Corrado Barazzutti consapevole delle difficoltà di uno scontro con il Giappone. Il tennista di Arma di Taggia, pertanto, avrà un ruolo di riferimento e potrebbe fare da chioccia ad una nuova generazione tennistica italiana?

Lo si spera. Guardando alle nuove leve, il tennista più continuo ed affidabile sembra essere Matteo Berrettini (n.123 del mondo)Nel contesto italiano, il classe ’96, rappresenta quasi un elemento anomalo per le caratteristiche. A veder giocare infatti il tennista romano si nota il modello tipicamente stelle e strisce di “servizio e dritto”. Alto 194 cm e ben strutturato fisicamente il ragazzo ha un gioco estremamente potente con i due fondamentali citati ricordando il nostro Omar Camporese per certi versi, andando abbastanza indietro nel tempo. Senza però scomodare atleti del passato, Berrettini si è fatto largo in quest’annata arrivando due volte in finale nei Challenger di Istanbul e Portoroz, issandosi in vetta alla graduatoria dei Next Gen Italiani e in lizza per una wild card nella Next Gen Atp Finals di Milano (torneo che vedrà al via i migliori under21 del mondo a Milano dal 7 all’11 novembre 2017). Certo, il giovane ha tanti margini di miglioramento specie con il rovescio non riuscendo ancora ad eguagliare i vincenti con il dritto. Una base però solida c’è e l’atletismo può sorreggerlo visto che, spesso, nei nostri confini si è notato come la prestanza atletica dei tennisti non fosse particolarmente spiccata. In uno sport probante da questo punto di vista, questi aspetti non sono da sottovalutare.

Tornando a Fognini ci si augura che il modo in cui sta chiudendo la stagione corrente sia un buon viatico per la prossima annata. La consistenza dimostrata dall’italiano nei match sul cemento può essere un’indicazione positiva in vista del confronto in Giappone. Del resto, il tennis del ligure ben si presta alle accelerazioni di questa superficie e probabilmente se ne sta convincendo. Riuscirà dunque a confermarsi leader della nostra squadra? Il campo presto ci darà una risposta.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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