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MotoGP, GP Malesia 2017: analisi prove libere. Andrea Dovizioso uomo da battere a Sepang, Marquez unico nei primi con la Honda, le Yamaha rincorrono

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Il Mondiale MotoGP 2017 è veramente incredibile ed imprevedibile. Non più tardi di una settimana fa, a Phillip Island, parlavamo di Yamaha sugli scudi, Honda sorretta da Marc Marquez e Ducati a picco. Fast forward. Passiamo a Sepang per il GP della Malesia (clicca qui per programma e tv). Tutto, o quasi, è cambiato. Le Yamaha faticano leggermente, la Honda è salvata dal suo campione spagnolo, mentre la Ducati brilla, eccome. Come si possono spiegare stravolgimenti simili? Mai come in questo campionato ogni particolare può fare la differenza. Grip dell’asfalto, layout del tracciato, gomme, temperature, umidità. Variabili che rischiano di spostare l’ago della bilancia in maniera sensibile. Come si sta vedendo in questo trittico asiatico.

Il venerdì del GP della Malesia, tuttavia, ha avuto un unico comune denominatore: Andrea Dovizioso. Si sapeva che la pista di Sepang fosse ideale sia per lo stile di guida del romagnolo, sia per la sua Desmosedici, e le prime due sessioni di prove libere lo hanno confermato. Più veloce sull’asciutto (clicca qui per la cronaca) con il tempo di 2’00″671, e capace di ripetersi anche sul bagnato in 2’11″640 (clicca qui per la cronaca). Il portacolori della Ducati ha messo in mostra ottimo feeling in ogni condizione, specialmente sul bagnato, staccando Marc Marquez di oltre mezzo secondo. La vittoria della passata stagione, dunque, non è stata un caso e anche in questa occasione parte come grande favorito (clicca qui per le sue dichiarazioni).

Le Ducati si sono confermate in ottima forma sul tracciato malese. Nella FP1, per esempio, si sono classificate in sei nelle prime undici posizioni, mentre nella FP2 ne troviamo quattro tra i primi sette piloti. La moto di Borgo Panigale si trova su un circuito ideale, non c’è che dire. Lunghi rettilinei sui quali può sfruttare la propria potenza, curve veloci ma non di appoggio come in Australia e diverse ripartenze nelle quali fare la differenza in trazione.

La Honda, e quindi Marc Marquez, sa che dovrà correre in difesa in questo fine settimana. Il campione del mondo in carica, al quale manca davvero poco per centrare il quarto titolo negli ultimi cinque anni, è l’unico rappresentante della casa giapponese a risultare competitivo con poco più di due decimi di ritardo sull’asciutto e circa cinque sul bagnato. Per fare un esempio, il suo compagno di scuderia Dani Pedrosa, che si è davvero perso da metà stagione in poi, accusa distacchi pesanti.

Discorso diverso per la Yamaha che, dopo la giornata di grazia di Phillip Island, passa su un circuito nel quale fa leggermente più fatica. Il pilota più costante sembra Maverick Vinales, quarto in entrambe le sessioni, mentre Valentino Rossi dopo una mattinata conclusa in dodicesima posizione, risale con l’asfalto viscido fino alla sesta della FP2. Serve, anche per Johann Zarco nel team Tech3, un cambio di marcia nella giornata di domani per pareggiare il livello della Ducati. Molto dipenderà dal meteo. Con poco grip, infatti, la moto della casa di Iwata non riesce a dare il proprio meglio.

Qualche passo in avanti ancora per la Suzuki che, con Alex Rins e Andrea Iannone, trova con sempre maggiore facilità la zona attorno alla decima posizione, mentre le Aprilia di Sam Lowes e Michael van der Mark (il pilota della Superbike sostituisce l’infortunato Aleix Espargaro) hanno dimostrato di andare meglio sul bagnato.

Mancano ancora due turni di prove libere prima delle qualifiche, ma la sensazione è che Andrea Dovizioso, se non commetterà errori, sarà l’uomo da battere in Malesia. Marc Marquez lo sa e cercherà di rimanergli il più vicino possibile e piazzare, come suo solito, la zampata in qualifica. Per la Yamaha servirà qualche intervento per migliorare una moto buona, ma non certo eccezionale.

 





 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lorenzo DI Cola

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