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Ciclismo: Mikel Landa e Nairo Quintana sono compatibili o ci sarà una nuova rivalità in casa Movistar?

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Divisi da un solo anno d’età ma accumunati da uno straordinario e genuino talento in salita. Dal 2018, però, porteranno anche dalla stessa maglia: Mikel Landa, infatti, passerà dal Team Sky alla Movistar, dove troverà Nairo Quintana, corridore dalla caratteristiche simili che potrebbe metterlo in secondo piano, quantomeno nelle gerarchie della squadra. Come si possono gestire due corridori di questo tipo?

Il basco ha lasciato la squadra britannica e Chris Froome proprio per avere maggior spazio, declinabile in ampia libertà d’azione e un ruolo da capitano nelle corse di tre settimane senza la necessità di snaturare la preparazione per poi ritrovarsi al servizio del britannico al Tour de France. Lo scorso anno, Landa era addirittura sembrato più forte di Froome in alcune occasioni sulle salite francesi, anche se la costanza del quattro volte maglia gialla lo fa sempre preferire a tutti i compagni e rivali quando bisogna individuare un vero favorito per il successo finale. In ogni caso, Landa ha dimostrato sia al Giro d’Italia, dove solo una caduta sfortunata gli ha impedito di lottare per il podio fino alla fine, sia al Tour di valere i migliori del mondo, sfiorando il terzo gradino del podio nonostante i compiti di gregariato.

Quintana, invece, è alla ricerca del riscatto dopo la sconfitta nella Corsa Rosa e la delusione del Tour de France, dove è arrivato con le pile scariche, barcamenandosi lontano dai migliori per gran parte della corsa. Nel 2018 il colombiano punterà tutto sulla Grande Boucle (magari con un pensierino più avanti a quel Mondiale tanto adatto agli scalatori…) e la Movistar sarà a sua completa disposizione. Al momento, Landa pare indirizzato verso il Giro e la Vuelta a España, dove però potrebbe ritrovarsi tra i piedi lo stesso Quintana e magari anche Alejandro Valverde, del quale però andranno valutate le condizioni dopo il lungo stop per infortunio che ha influenzato il suo 2017.

Per ora, Landa ha sempre scelto situazioni, o ci si è ritrovato, in cui non era la prima punta designata. Dal Giro d’Italia 2015 in Astana (quando era seconda punta alle spalle di Fabio Aru) ai due anni successivi al Team Sky. Il Giro l’ha respinto in entrambe le occasioni (problemi gastrointestinali una volta, la già citata caduta nella stagione successiva) e al Tour non ha potuto esprimere tutto il suo valore. Ora sta entrando definitivamente nel periodo della maturità fisica e psicologica: un terzo posto come miglior risultato nei grandi giri non è sufficiente, e probabilmente correre il Giro (anche se per il terzo anno consecutivo) potrebbe aiutarlo a sbloccarsi in un contesto in cui la pressione è minore rispetto al Tour. Dovesse andare tutto secondo i piani, però, nel 2019 potrebbe avanzare la lecita pretesa del ruolo da protagonista principale in Francia e quel punto la dirigenza Movistar si troverebbe due atleti con caratteristiche simili e molto forti da far convivere, situazione delicata per tutte e tre le parti.

 





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Foto: Valerio Origo

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