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Sport di squadra, 2017 dimenticare per l’Italia. Pallanuoto, volley e basket: la maledizione dei quarti di finale

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Il ’17, inteso come anno solare, non ha portato fortuna all’Italia negli sport di squadra. Dal basket alla pallavolo, passando dalla pallanuoto, il verdetto impietoso per tutte le compagini azzurre, maschili e femminili, si è rivelato il medesimo: eliminazione ai quarti di finale. Uno scoglio su cui si sono infranti sogni e speranze, con le medaglie rimaste un lontano miraggio utopistico ed inarrivabile. I fasti di Rio 2016, quando maturarono ben tre podi complessivi grazie a volley maschile e pallanuoto, sembrano lontani anni luce.

La squadra che sembrava nutrire le maggiori ambizioni era il Setterosa. L’avventura iridata delle vice-campionesse olimpiche ai Mondiali di pallanuoto si è tuttavia interrotta ai quarti di finale contro la non irresistibile Russia, poi travolta in semifinale dalle future vincitrici degli Stati Uniti. Ha pesato l’assenza di una leader carismatica come Tania Di Mario, ritiratasi dall’attività, anche se dal prossimo anno il livello potrebbe accrescersi a dismisura con l’innesto dell’oriunda italo-brasiliana Izabella Chiappini, uno dei bomber più prolifici sulla scena internazionale. Non è andata meglio al Settebello, sconfitto ai quarti dalla Croazia poi vincitrice della medaglia d’oro. Una selezione, quella di Campagna, composta da buoni giocatori, senza tuttavia il fenomeno in grado di spostare gli equilibri (manca un Sandro Sukno, per intenderci). Di certo hanno pesato molto i forfait di alcuni giocatori cardine come il portiere Marco Del Lungo o il mancino Valentino Gallo. Vincendo il girone, perso solo per la differenza reti con l’Ungheria, l’Italia si sarebbe garantita un’autostrada verso la finalissima, dove sono infatti approdati i magiari. I classici rimpianti degli sconfitti…

Nessun rammarico nel basket, dove entrambe le compagini del Bel Paese, approdando tra le migliori 8 del Continente, hanno forse conseguito il miglior risultato possibile. Dopo aver superato in volata l’Ungheria agli ottavi (49-48), le azzurre non hanno potuto nulla contro la maggiore esperienza del Belgio. Alla stella ormai affermata di Cecilia Zandalasini, volata nella WNBA, si stanno affiancando alcune ragazze davvero interessanti, come mostrano i notevoli risultati giovanili degli ultimi anni. La sensazione è che, dopo due decadi di quasi anonimato, la pallacanestro femminile italiana possa tornare a recitare un ruolo di discreto livello e, perché no, giocarsi anche la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. In questo senso pesa molto il mancato accesso ai Mondiali 2018 dopo lo spareggio perso contro la Lettonia: un’esperienza che avrebbe fatto bene ad un gruppo giovane ed in via di formazione.
Dopo aver prevalso sulla modesta Finlandia agli ottavi, l’Italia maschile non è mai stata davvero in partita nel quarto di finale con la Serbia, troppo dominante dal punto di vista fisico. Priva di Danilo Gallinari (difficilmente, tuttavia, l’esito sarebbe stato differente), la Nazionale si è ritrovata a dipendere quasi esclusivamente dalle giocate di Marco Belinelli e Gigi Datome, evidenziando gli atavici problemi degli ultimi due lustri: assenza di un centro e di un play-maker di livello internazionale. In una Serie A sempre più invasa dagli stranieri, con gli italiani relegati sovente al ruolo di sparring partners, il futuro assume tinte fosche e tenebrose.





Le eliminazioni più recenti sono quelle del volley. La formazione maschile, priva rispetto alla finale olimpica di uomini del calibro di Ivan Zaytsev, Osmany Juantorena ed Emanuele Birarelli, ha palesato evidenti limiti tecnici e caratteriali, con i vari Lanza e Giannelli ancora non pronti ad assumere un ruolo da leader. La sconfitta nettissima contro il Belgio, squadra competitiva, ma non di certo il Brasile, ha portato a galla tutte le lacune di un movimento che da tempo non riesce a valorizzare i giovani, soprattutto nel ruolo di schiacciatore. Anche in questo caso il campionato offre poco e, se nel breve periodo il ritorno dei veterani potrebbe tamponare la situazione, il pericolo è un drastico ridimensionamento a partire dal quadriennio successivo alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Per quanto riguarda il settore femminile, l’argento nel Grand Prix aveva illuso sulle potenzialità del gruppo azzurro in vista dell’Europeo. La pesantissima resa odierna contro l’Olanda ha però confermato ancora un gap importante tra l’Italia e le nazioni di vertice di questo sport. La sola Paola Egonu, forse il più grande talento mai sbocciato nello Stivale, non può bastare per pensare di poter coltivare obiettivi ambiziosi. Un’Italia che da tempo continua a macinare medaglie nelle rassegne giovanili, senza tuttavia riuscire a valorizzare le nuove leve.

A chiusura del cerchio, anche la Nazionale della Coppa Davis ha visto interrompersi il proprio cammino ai quarti di finale, superata dal Belgio di David Goffin, poi approdato in finale dove affronterà la Francia. Per completezza, ricordiamo come invece il calcio sia arrivato in semifinale, ma una selezione Under21 agli Europei di categoria.

La maledizione dei quarti di finale ha così caratterizzato un 2017 da dimenticare in fretta per gli sport di squadra azzurri. La fastidiosa sensazione è che, salvo qualche caso, difficilmente si potesse fare di più. L’allarme rosso è suonato da un pezzo…

federico.militello@oasport.it

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