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Atletica, Alex Schwazer: “Dopo Pechino mi sono dopato per essere come gli altri. I media sono agli estremi”

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Imparare a rialzarsi da cadute anche assai dolorose. E’ all’insegna di ciò e del tema del cambiamento che si è tenuta ieri in occasione dell’evento “Sabes 007 – dieci anni di Azienda sanitaria” svoltosi a Vipiteno un incontro che ha avuto per protagonista un ospite d’eccezione ovvero Alex Schwazer.

L’ex marciatore azzurro, squalificato per doping, ha raccontato la sua storia e i propri patimenti rispetto a ciò che è accaduto: Avrei avuto bisogno di una pausa dopo aver vinto le Olimpiadi di Pechino del 2008, ma non me la sono concessa, cominciando invece ad allenarmi con ancor più forza – sottolinea Schwazer come riportato dal Corriere dell’Alto Adige – Questo mi ha portato alla fatale decisione di doparmi. Anche a causa della convinzione che tutti i concorrenti praticassero il doping. Da parte mia, si è trattato di una sorta di sfida, seguendo un po’il motto: allora lo faccio anch’io”.

Poi venne il periodo post squalifica e tutte le difficoltà annesse come la difficoltà nell’accettare le critiche dei media per il forte impatto avuto: “I media stanno sempre agli estremi: o qualcosa è eccezionale o assolutamente pessimo, non esiste una via di mezzo.

Infine una considerazione sul secondo caso di doping che lo ha riguardato: Il processo presso il Tribunale arbitrario sportivo si è ormai concluso, ora spero che sia fatta luce sulla verità grazie ai successivi procedimenti giudiziari“.

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: pagina facebook Alex Schwazer

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