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Formula 1

F1, GP Ungheria 2017: la lealtà di Kimi Raikkonen. Fedele alla squadra nonostante fosse più veloce di Vettel

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Su Kimi Raikkonen si può dire tutto e il contrario di tutto. Può piacere come pilota, e dopotutto è l’ultimo campione del mondo della Ferrari, oppure può non piacere. Ma su di una cosa non si può discutere: la sua lealtà nei confronti della squadra. “Ice man” non tradisce mai, non commette “colpi di testa“, uscite fuori luogo o cose per le quali fare ammenda, come dolorosi contatti con i propri compagni di scuderia.

L’ennesimo esempio lo abbiamo visto oggi durante il GP di Ungheria. Raikkonen, dopo un avvio nel quale perdeva diversi decimi al giro nei confronti di Sebastian Vettel, ha alzato il suo ritmo e, sfruttando anche i problemi del compagno di box, ha iniziato a cullare concreti sogni di vittoria. Il momento del cambio gomme, con il senno di poi, è stato decisivo.

Raikkonen ha dato il tutto per tutto mentre il tedesco era rientrato per il suo pit stop, realizzando un giro impressionante nonostante le sue SuperSoft avessero già completato 33 giri. Al momento della uscita dalla pit lane il divario tra i due era di pochi decimi e, se ci fosse stato il sorpasso, il finlandese molto probabilmente avrebbe vinto la gara, disponendo di un ottimo ritmo.

Da quel momento, invece, la strategia della Ferrari è stata chiara: coprire le spalle del leader del Mondiale che, nonostante stesse lottando con lo sterzo della sua SF70H, poteva allungare in maniera importante a livello di classifica generale. Raikkonen, dopo un paio di team radio nei quali ha voluto sottolineare di avere a disposizione un passo migliore rispetto al compagno, ha accettato quanto deciso dal team e si è messo in difesa, nonostante il pressing delle Mercedes e, da grande campione qual è, ha saputo gestire nel migliore dei modi l’arrembaggio di un “cagnaccio” come Lewis Hamilton.

Sebastian Vettel, negli almanacchi, comparirà come vincitore del GP di Ungheria 2017, ma moralmente Kimi Raikkonen può sentirsi a sua volta sul gradino più alto del podio dell’Hungaroring. Certo, vincere in pista è tutta un’altra cosa, ma l’ex Lotus e McLaren deve essere orgoglioso di sè. Soprattutto in questo periodo di rinnovi di contratto.. 

 

alessandro.passanti@oasport.it

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