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Golf, la prima volta di Renato Paratore: il giovane alfiere azzurro è già pronto a spiccare il volo

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Giornata memorabile per il golf italiano. A distanza di due mesi dal trionfo di Edoardo Molinari al Trophée Hassan II in Marocco, il Bel Paese vede vincere un altro suo alfiere, Renato Paratore. Il giovane golfista romano ha vinto il Nordea Masters, che a soli 20 anni rappresenta il suo primo titolo da professionista. È stata davvero una bella prova da parte di Paratore, che è stato in testa per tutto il torneo, oscillando tra la prima e la seconda posizione. Alla sua età Renato è già entrato a far parte del club dei vincitori, sperando possa nuovamente ripetersi.

La sua carriera è cominciata all’età di 8 anni, quando accompagnato dalla madre ed ispirato da un amico di famiglia ha tirato i primi colpi. La sua naturale predisposizione verso questo gioco è subito venuta fuori, con il primo round sotto il par a soli 13 anni. Renato ha quindi intrapreso il suo percorso nel mondo del golf, con una brillante carriera amateur che lo ha portato a vincere sia in Italia che fuori dai confini del Bel Paese, come nel caso dello Junior Orange Bowl e dell’oro ottenuto nella prova individuali ai Giochi Olimpici giovanili del 2014. L’esperienza internazionale accumulata sin dalla giovane età lo ha sicuramente aiutato ad intraprendere la Qualifying School dello European Tour conclusa, a 18 anni non appena compiuti, al terzo posto, e coronata dal titolo nazionale open. L’anno dopo dunque, è stato quello del debutto nel mondo dei “grandi”, con un ottimo 26° posto all’Alfred Dunhill Championship. La stagione d’esordio è stata positiva ma la conferma della carta è arrivata in modo rocambolesco: Paratore fu squalificato nell’ultimo torneo per aver firmato uno score sbagliato, ma riuscì a “salvarsi” grazie ad una favorevole (e fortunosa, all’ultima buca) combinazione di risultati.

Il 2016 è stato quindi l’anno della svolta. Niente più distrazioni ed errori dovuti all’inesperienza. La carta è stata infatti messa al sicuro praticamente da subito, grazie ad una serie di ottimi risultati tra cui il 43° posto al BMW PGA Championship. Paratore ha quindi acquisito sempre più dimestichezza con i tornei del tour europeo, imparando a gestire nervi ed emozioni e permettendo quindi al suo gioco di venir fuori in maniera più naturale. Due settimi posti in tornei importanti come l’European Masters e il Dunhill Links Championship sono stati fondamentali per raggiungere le Final Series, ossia le ultime tre ricchissime gare del tour. Renato è riuscito ad accedere addirittura al DP World Tour Championship, l’atto finale della stagione, chiudendo con un brillante 30° posto, diventando il secondo miglior giocatore italiano nell’ordine di merito mondiale dietro Francesco Molinari.

La stagione attuale è iniziata di conseguenza con ben altre aspettative. Da qui le prime difficoltà, con il taglio mancato nei primi tre tornei dell’anno. A febbraio però la svolta: il 20° posto al Maybank Championship ha ridato a Renato la fiducia giusta e la consapevolezza che il grande risultato potesse ben presto arrivare. Al Trophée Hassan, due mesi fa, ci è andato vicino, pagando però nel finale la gestione del momento caldo della gara. Oggi invece, il capolavoro: Paratore ha battuto un field di tutto rispetto, con nomi importanti come Henrik Stenson, Lee Westwood, Nicolas Colsaerts, o lo stesso Chris Wood, secondo. Quello che ha impressionato però, è stata proprio la gestione nervosa dell’ultimo giro, lui che è sempre stato un istintivo, uno che punta la palla e tira il colpo, senza troppi fronzoli. Nella fase topica della competizione, ossia le seconde nove, Renato ha saputo resistere all’enorme pressione messa dal rivale inglese, uscendo fuori da situazioni complicate con grandi colpi (come l’approccio alla 12 ed il birdie alla 14). Nelle ultime due buche un po’ di tensione si è fatta sentire, come era giusto che fosse, ma il giovane romano ha saputo gestirla brillantemente, riuscendo a rimediare a due tee-shot sbagliati. Sicuramente c’è stato un pizzico di fortuna nella vittoria finale, perché quando il torneo si avviava al playoff, Wood è crollato sul più bello servendo il trionfo a Paratore su un piatto d’argento. La buona sorte però bisogna anche sapersela conquistare.

È chiaro che adesso comincia un’altra fase della carriera di Renato. Ora non è più la giovane speranza azzurra, ma è un giocatore che anno dopo anno ha saputo sempre di più alzare l’asticella, migliorandosi giorno dopo giorno grazie al lavoro fatto insieme all’allenatore Alessandro Bandini. Adesso arriva il passo più grande, riconfermarsi. Non sarà per nulla facile, visto che vincere in maniera inaspettata è sicuramente diverso dal farlo quando tutti possono aspettarselo. In realtà, la sua giovane età non deve ingannare: non è una vittoria del tutto inattesa, ma frutto di una crescita costante, iniziata prestissimo, da quando ad otto anni tirò i primi colpi alla pallina insieme alla mamma. 

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Twitter European Tour

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