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Tennis, Internazionali d’Italia Roma 2017: la consacrazione di Alexander Zverev tra talento, lavoro ed umiltà. Il futuro è già cominciato

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Alexander Zverev è una delle grandi promesse del tennis mondiale. Quante volte questa frase è stata pronunciata negli ultimi due anni. Da oggi, non la sentiremo più. Con la vittoria gli Internazionali d’Italia, il tedesco è entrato ufficialmente tra i grandi del tennis mondiale, proponendosi come il volto nuovo di questo sport. A soli 20 anni, il nativo di Amburgo ha vinto uno dei tornei più prestigiosi del circuito. Il suo percorso non è stato proibitivo, ma a fare impressione è stato l’atteggiamento di Zverev.

Kevin Anderson, Viktor Troicki e Fabio Fognini non sono riusciti minimamente ad impensierirlo e non per propri demeriti ma per la grande solidità mostrata dal giovane Sascha. Ai quarti contro Milos Raonic si è trattato di una vera e propria lezione di tennis. La grande attenzione posta su di lui non lo ha scalfito affatto: John Isner lo ha costretto al terzo set in semifinale ma la partita non è mai stata in discussione. In finale poi, il capolavoro: contro un Novak Djokovic apparso ritrovato, Zverev ha giocato da giocatore esperto, da campione navigato. È entrato in campo aggressivo, senza lasciare spazio a Nole, e dimostrando di essere il giocatore da battere, lui, alla prima finale Masters 1000, contro il serbo che andava alla ricerca del titolo numero 68 in carriera. Nessun cenno di emozione, nessun passaggio a vuoto. Partita comandata dall’inizio alla fine. La finale forse avrà deluso le aspettative della vigilia, ma questo non toglie merito alla straordinaria vittoria di Alexander Zverev. E non è vero che non aveva niente da perdere: Zverev si giocava tanto oggi, perché qualora avesse perso avremmo detto che forse non era ancora pronto per questo livello o che non sarebbe mai stato un fenomeno.

La consacrazione del giocatore tedesco non è casuale. Negli ultimi giorni nessuno del suo entourage si è detto sorpreso del risultato raggiunto nonostante i “soli” 20 anni. La sua esplosione infatti, è frutto di un’attenta programmazione, di un talento coltivato e messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. Innanzitutto, la famiglia. Zverev è un figlio d’arte. I due genitori, Alexander ed Irina, sono due ex tennisti, scontratisi però con le difficoltà di emergere in un contesto difficile come quello dell’ex Unione Sovietica. I due coniugi, dopo aver dato alla luce il primo figlio, Mischa, hanno deciso quindi di trasferire la loro famiglia in Germania, dove è nato Alexander Jr. I genitori di Sascha sono stati i primi ad introdurlo al tennis giocato all’età di 5 anni ed il padre è il suo attuale allenatore. Importante è stato anche il contributo del fratello maggiore, anche lui professionista, che ha potuto dare i consigli giusti ad Alexander quando questo ha mosso i primi passi nel circuito maggiore. In questo contesto, Sascha ha potuto sviluppare al meglio il proprio talento. La famiglia però, non si è dimostrata chiusa, come può capitare in questi casi. A fine 2016 infatti, dopo un’ottima stagione, il clan Zverev ha deciso che questa sarebbe stata la stagione del salto. Da qui la scelta di affidarsi a due professionisti del circuito, come il preparatore Jez Green, ex membro storico del team di Andy Murray, ed il fisioterapista Hugo Gravil.

All’inizio della stagione 2017 infatti, Zverev si è presentato in formissima. Il suo fisico longilineo gli consente di muoversi con agilità e, grazie al suo nuovo staff, il tedesco ha potenziato la propria massa muscolare durante l’inverno. La combinazione di questi due fattori lo ha reso letteralmente esplosivo. Sascha è migliorato nei colpi da fondo campo ed è ora capace di accelerare in maniera impressionante sia con il dritto che con il rovescio lungolinea. Il gioco a rete è probabilmente l’unico aspetto in cui può ancora crescere ma la base di partenza è notevole. L’innato talento, aggiunto all’etica del lavoro che ha e alla programmazione, rendono quindi quest’esplosione meno sorprendente di quanto si possa pensare. Il dono del Dio del tennis da solo non basta, senza impegno e professionalità. Chiedere a Nick Kyrgios cosa ne pensa al riguardo.

La vittoria di oggi rappresenta quindi un passo naturale nella crescita di quello che è a tutti gli effetti un predestinato. Attenzione però a considerarlo già arrivato. Oggi rappresenta un nuovo punto di partenza. Ora per Zverev comincia la seconda fase della carriera, ancora più decisiva. Non è più una promessa, ormai. È una certezza. Le voci sul suo futuro da numero 1 aumenteranno, forti del risultato di Roma. Ci saranno momenti di calo, è inevitabile ed è così per tutti. E dovrà essere bravo Sascha a gestirli. I consigli di Roger Federer, suo idolo e che già in passato ha lavorato con lui, magari potranno aiutarlo. Servirà umiltà, la stessa che lo ha condotto fino a qui, ad entrare nella elite del tennis mondiale. A diventare grande a soli 20 anni. Zverev non è più solo il volto nella Next Gen: è praticamente già qualificato per le finali di fine anno riservate ai giovani, e rischia seriamente di giocare anche le ATP Finals, quelle dei “grandi”. Il futuro è già cominciato.

 

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Foto: profilo Facebook Internazionali d’Italia

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