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Formula 1

F1, analisi GP Spagna 2017: vincono Hamilton e la Mercedes, ma la Ferrari è vicina! Ottima Force India e sorprende Wehrlein con la Sauber

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Il GP di Spagna lo vince Lewis Hamilton, com’era preventivabile prima dell’inizio del weekend, ma l’inglese ha dovuto davvero sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio di un coriaceo Sebastian Vettel, stoici lui e la sua SF70H nonostante i tanti problemi con i quali hanno dovuto lottare. Alle loro spalle il vuoto, Kimi Raikkonen finisce la sua gara alla prima curva dopo un contatto che fa fuori lui e Max Verstappen, mentre il vincitore di Sochi, Valtteri Bottas, rimane appiedato dal motore a metà gara. Un plauso alla Force India che porta a casa 22 punti in un colpo solo, ed a Pascal Wehrlein che trascina la derelitta Sauber fino al settimo posto (salvo poi essere penalizzato di 5 secondi).

MERCEDES – Si presentava a Barcellona con un pacchetto di aggiornamenti notevole e, visto il risultato, ha dato i suoi frutti. Però, e c’è un grosso però, la Ferrari ha risposto colpo su colpo, per cui la scuderia di Brackley sa che la situazione è in parità. Hamilton per vincere al Montmelò ha dovuto dare, e sfruttare, tutto. 66 giri condotti a tutta, dopo una partenza imperfetta, con enorme sforzo fisico (lo si sentiva dai team radio, e lo si è visto a fine gara quando si è accasciato su una sedia prima di salire sul podio) che dimostrano come in questo campionato la Mercedes non può scherzare. La Ferrari è vicina e lo sanno perfettamente. Lo si evince dalle strategie messe in atto, dalle finte per tendere tranelli ai rivali, fino al “blocco” di Bottas su Vettel, fino al valutare che il sorpasso decisivo sia stato reso possibile dal vantaggio di gomma (Soft contro Medium) e dalla potenza incredibile della Power Unit tedesca. L’altro lato della medaglia è il ko tecnico di Bottas che, dopo un inizio di GP nel quale si era fatto notare solamente per aver tenuto dietro Vettel, lo ha fermato al giro 39. Brutta botta a livello di titolo piloti per il finlandese.

FERRARI – Non è semplice fare un bilancio del GP di Spagna per la scuderia di Maranello, dato che ci sono numerosi punti da valutare. In primo luogo il fatto che nonostante gli aggiornamenti della Mercedes la “Rossa” sia risultata, quantomeno, alla pari della W08. Inoltre non si possono non ricordare i problemi al motore di Vettel che avevano rischiato di farlo partire in ultima posizione. Un guaio risolto in maniera eccellente. La pole persa per 51 millesimi, poi il tedesco che prende il comando al via e lo perde una serie di motivi. Dalla strategia dei rivali che è risultata vincente, passando per il “tappo” portato da Bottas a Vettel, senza dimenticare la Virtual Safety Car che ha avvantaggiato Hamilton, fino ad arrivare al sorpasso decisivo dell’inglese reso possibile da un vero e proprio “boost” di potenza davvero incredibile. Mettendo assieme tutti questi pezzi si completa un puzzle comunque soddisfacente ma, ed è importante sottolinearlo, con un pizzico di rammarico. Dopotutto i giri condotti al comando da Vettel avevano fatto ingolosire i tifosi della “Rossa”, ma il successo è sfuggito. Sul fronte Kimi Raikkonen, invece, tutto è finito in curva 1, non per colpa sua. Peccato perchè il finlandese era arrivato fino alla terza posizione.

RED BULL – Come abbiamo più volte detto durante la tre giorni catalana, la scuderia di Milton Keynes si presentava tra mille squilli di una fanfara che, lo si è visto sin da subito, non suonava affatto. Daniel Ricciardo piazza la sua RB13 sul podio, ma a ben 75 secondi da Hamilton (erano già 15 dopo appena 9 giri). Un gap imbarazzante che non può certo far ben sperare. Gli aggiornamenti che arriveranno a Montreal non potranno colmare un gap simile. Il compagno di scuderia Max Verstappen, vincitore dodici mesi fa, chiude subito il suo GP dopo il contatto al via con Raikkonen.

FORCE INDIA – Uno degli Oscar di giornata va al team indiano. Sergio Perez quarto, e Esteban Ocon quinto, sono un biglietto da visita davvero brillante, dopo una gara condotta sempre nelle prime posizioni e quindi assolutamente meritata. La macchina, ed i piloti, sanno sempre dare il proprio meglio quando arriva la domenica ed i punti in classifica iniziano a essere tanti. Perez, infatti, è ad un solo punto da Verstappen ed a 3 da Ricciardo. Chapeau.

RENAULTIl sesto posto di Nico Hulkenberg è un vero fiore all’occhiello che fa dimenticare il consueto penultimo posto di Jolyon Palmer. La vettura francese va a sprazzi, ma quando trova quello giusto dimostra di essere in crescita. Il tedesco ha già 14 punti in classifica, non certo un brutto bottino.

SAUBER – Al netto dei 5 secondi di penalità che lo fanno indietreggiare di una posizione, al settimo posto ci sarebbe stato un miracoloso Pascal Wehrlein che, con pieno merito, porta una vettura non certo competitiva fino ai punti (e non pochi). Non male anche Marcus Ericsson, che si è fermato ad un passo dal decimo posto, per segnali incoraggianti in una domenica nella quale hanno saputo sfruttare l’occasione,

TORO ROSSO – Alla fine settimo è Carlos Sainz (che non ha saputo passare Wehrlein per lunghi tratti della corsa) mentre Daniil Kvyat risorge ed è nono. La scuderia di Faenza muove qualche passo in avanti, ma c’è ancora tanto da lavorare.

MCLAREN – C’era grande attesa per Fernando Alonso che partiva dalla settima posizione, ma il suo GP di casa è andato subito a rotoli dopo un contratto al via con Felipe Massa che lo ha spedito per prati. L’asturiano torna in strada ma perde diverse posizioni e non riesce più a recuperarle. Doveva fare una gara di attesa (visti i limiti della macchina) e non può competere in una da attacco. Ce la mette tutta, collezionando tre pit stop, ma non c’è verso di rimediare alla frittata iniziale. Finisce anzitempo, ancora una volta, Stoffel Vandoorne, che anch’esso va a contatto con Massa, e finisce la sua domenica al giro 33.

WILLIAMS – Delusione di giornata. Tredicesimo Massa, mentre Lance Stroll è ultimo. Il brasiliano, poi, conclude una gara con diversi contatti e nella quale non è mai stato competitivo.

HAASRomain Grosjean centra un punticino, ma solo grazie alla foratura del penultimo giro del suo compagno Kevin Magnussen. La gara sembrava molto più positiva per gli americani che, tuttavia, non sono riusciti a raccogliere quanto seminato.

alessandro.passanti@oasport.it

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