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Scherma, Arianna Errigo: “Un sogno andare a Tokyo con entrambe le armi. Ma amo le imprese impossibili e io ci credo!”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Arianna Errigo non ha bisogno di prolisse presentazioni. Nel fioretto, Campionessa del Mondo a livello individuale nel 2013-2014 (più un argento, due bronzi nonché valanghe di metalli preziosi nel concorso a squadre), vincitrice della Coppa del Mondo di specialità nel 2009, 2012, 2013 e 2014. Ai Giochi Olimpici di Londra 2012 ha conquistato la medaglia d’argento nel fioretto individuale e quella d’oro a squadre, con l’irresistibile e simpatico Dream Team. A Rio 2016, il fioretto a squadre era purtroppo assente, a causa dell’ormai famigerata e super-discussa “rotazione delle armi”, e nell’unica competizione che la vedeva impegnata (da numero 1 del ranking) la ventottenne calabro-brianzola è stata eliminata sorprendentemente agli ottavi di finale. Pur essendo “nata” fiorettista, Arianna partecipa da tempo anche ai Campionati Italiani assoluti a squadre di sciabola; con la squadra del Centro Sportivo Carabinieri ha vinto l’oro nel 2011-2016 e l’argento nel 2013. Non essendo tipa facile ad “accontentarsi” mai, però, ha iniziato a partecipare da questa stagione agonistica anche alle gare individuali internazionali di questa specialità. Sarà stato un tentativo per mettersi più in fretta alle spalle la delusione di Rio? O è più semplicemente la fisiologica evoluzione di un’atleta e di una donna che ama reinventarsi, provare sempre nuove avventure e…sfidare l’ordinario? Domande a cui solo lei in persona, Arianna Errigo, poteva compiutamente rispondere: infatti, l’abbiamo intervistata… Buona lettura!

Ciao Arianna, partiamo dai più recenti impegni agonistici che ti hanno vista protagonista in giro per il mondo. Innanzitutto, hai smaltito del tutto le scorie dei tremendi jet lag intercontinentali?

“È stata un’esperienza unica! Partire per tre settimane e fare tre gare con due armi diverse è stato bello per tanti motivi. Sono fortunata, perché a me non pesano né i viaggi né i fusi orari: in volo mi rilasso e dormo per la maggior parte del tempo… Tra Long Beach, in America (fioretto), e Yangzhou, in Cina (sciabola), c’erano 15 ore di differenza. Praticamente ho dovuto ribaltare il giorno con la notte. Diciamo che le difficoltà maggiori le ho avute con i bagagli e nel ricordarmi l’attrezzatura adatta per ogni gara…”. (ride di gusto, ndr)

Traccia un sintetico bilancio personale delle uscite in pedana negli Stati Uniti, in Cina e in Corea.

“A Long Beach, nella gara di fioretto, ho vinto la medaglia di bronzo. Ovviamente partecipo ad ogni gara per vincere, ma non essendo ancora al top della forma va benissimo anche il terzo posto. In Cina, ho preso in mano la sciabola e ho fatto una buona gara; nelle gare di sciabola devo competere per due giorni, uno di qualificazione e il secondo giorno di gara. A differenza del fioretto, dove sono già qualificata di diritto al secondo giorno… Questa parte di gara è particolare e, non essendovi abituata, mi mette sempre molta ansia. Arrivata al secondo giorno, ho vinto il primo match contro una coreana e poi ho battuto la numero uno della gara, l’ungherese Marton, che aveva vinto la gara precedente di Coppa del Mondo, ad Atene. Ho vinto 15-14 e sicuramente rimane l’assalto più bello e difficile della mia esperienza nella sciabola. Poi agli ottavi ho perso 15-14 contro una francese che ha concluso la competizione al secondo posto. Perdevo 14-6 e sono riuscita a rimontare fino al 14 pari, per poi perdere di una sola stoccata. È stata una gara importante che mi ha dato molte certezze e belle sensazioni. Una settimana dopo, a Seoul, durante il primo giorno di qualificazione ho tirato bene e sono passata direttamente al giorno dopo, ma tutta la voglia di scendere in pedana è svanita poco dopo, quando ho appreso la notizia della scomparsa di mia nonna. Il giorno della gara non avevo molta voglia di lottare, la testa era da un’altra parte… Così l’unica cosa che desideravo era quella di tornare a casa…”.

A che punto è il feeling con la sciabola?

“Ho ‘investito’ del tempo importante per provare tante azioni, tattiche e movimenti differenti; alcuni giusti, altri meno, ma è un percorso che devo fare per capire fino in fondo tante dinamiche di una disciplina così lontana dal fioretto. Mi capita quindi di essere ancora altalenante nelle prestazioni e lo sarò ancora finché non avrò trovato il mio modo di fare sciabola”.

Quali sono state, fin qui, le difficoltà maggiori e le risposte più positive che hai potuto riscontrare nel cambio d’arma, rapportato ai massimi livelli di competitività internazionale?

“Le difficoltà principali che ho riscontrato sono state nel movimento delle gambe. La sciabola è molto veloce, quindi i ritmi sono alti in tutto. Nelle azioni, nel riprendersi dopo qualche stoccata subita, nel concentrarsi… Dalla mia, ho tante caratteristiche del fioretto che mi aiutano nella sciabola, come il senso della misura e la precisione, in più gli assalti di fioretto durano tanto, quindi quando tiro di sciabola raramente vado in difficoltà con il fiato”.

Facciamo un gioco: hai la possibilità di portare in pedana una sola peculiarità del fioretto (non necessariamente regolamentare), mentre tiri di sciabola, ed una della sciabola negli assalti di fioretto. Cosa scegli?

“Mentre tiro di sciabola, mi piacerebbe attaccare incrociando (correndo cioè), che purtroppo si può fare di fioretto ma non di sciabola… Invece, quando tiro di fioretto, mi piacerebbe toccare il bersaglio anche di taglio e contro-taglio perché di fioretto si colpisce di punta ed è veramente difficile trovare il bersaglio!”.

Torniamo seri e realisti… Allora a Tokyo si può provare a centrare il doppio podio individuale, o ad oggi, l’obiettivo pare troppo ambizioso?

“Conosco bene il percorso che sto facendo, so su cosa posso e devo migliorare. Sto facendo esperienza e imparando velocemente cose nuove. Questo è anche il mio anno post-olimpico e mi sono concessa anche più svago rispetto agli altri anni. Tokyo è lontana e ad oggi sarebbe più che altro un sogno partecipare alle Olimpiadi in entrambe le discipline. Mettiamola così: amo le sfide impossibili e proprio davanti a queste do il massimo! Comunque vada, non avrò rimpianti perché ce la sto mettendo tutta, ma…io credo in questa impresa!!!”.

Ti sentirai sportivamente realizzata se chiuderai il 2017…

“…con una medaglia d’oro individuale ed una a squadre al Mondiale di Lipsia, a luglio, più un podio in Coppa del Mondo di sciabola…”.

Chiudiamo all’insegna della leggerezza. Hai un rapporto (pro)positivo con i social networks e i tuoi followers, quindi, utilizziamo anche la voce di OA Sport per lanciare ai tuoi fans e a tutti gli sportivi italiani un messaggio. A ruota libera, non ci sono tracce da seguire…

“Quello che voglio condividere di questa mia nuova avventura è la voglia di reinventarsi, di fare cose nuove, mettersi in gioco ed essere curiosi. La Curiosità mi ha spinto in questa e in altre scelte della mia vita, la voglia di scoprire se ne sarei stata capace. Quindi…siate sempre ‘curiosi’…!”.

Perché rinvangare spiacevoli ricordi brasiliani a forma di Cinque Cerchi, se ci si trova di fronte una donna-guerriero, indiscutibile orgoglio dello Sport azzurro, appartenente ad una contemporaneità così altalenante, ma animata da un’esemplare, insaziabile, proficua – oseremmo dire “apuleiana” – Curiositas…?! Forza Ari, continua sempre così: lotta, vinci, se possibile, e sii felice!

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Arianna Errigo (credit Augusto Bizzi)

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