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MotoGP, GP Americhe 2017: Marc Marquez ad Austin non sbaglia mai, Valentino Rossi non finisce di stupire, mentre Maverick Vinales getta tutto alle ortiche. Male le Ducati con Jorge Lorenzo solo nono

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Il GP delle Americhe della MotoGP si conferma terra di conquista per Marc Marquez (Honda) che vince ad Austin per il quinto anno consecutivo nella classe regina e, come nelle altre occasioni, lo fa dominando. Giornata decisamente positiva anche per Valentino Rossi (Yamaha), ancora ottimo secondo (per un soffio l’Italia oggi non ha completato una tripletta storica) che sale in vetta alla classifica del campionato (cosa che non gli capitava dal famigerato GP della Malesia 2015), grazie alla concomitante caduta, quanto mai improvvida, del suo compagno di squadra Maverick Vinales. Chiude il podio un brillante Dani Pedrosa (Honda) l’unico a provare a tenere testa a Marquez nel corso del GP.

Cosa ci ha detto, quindi, il GP texano? Che Marc Marquez meriterebbe la cittadinanza onoraria di Austin, città, o meglio circuito, nel quale vince (sempre) e con una facilità letteralmente irrosoria. La Honda si sposa bene con il layout della pista, questo appare ovvio, ma anche lui ci mette, molto, del suo. Il campione del Mondo in carica sfrutta le gomme Hard ed esce alla distanza, dopo una prima metà di gara nella quale, una volta che Vinales era finito nella sabbia, ha voluto gestire sapientemente senza forzare. Due giri consecutivi sul 2:04 alto per scrollarsi di dosso il fastidioso compagno di viaggio Pedrosa e ultimi giri condotti in carrozza. La moto giapponese sta crescendo e limando diversi difetti. La concorrenza è avvertita.

Non arriva la doppietta in casa Repsol Honda solo perchè ci si mette, come sempre, l’inossidabile Valentino Rossi che, con una gara accorta e generosa, ha saputo sfruttare le sue carte fino in fondo, conquistando piazza d’onore e vetta della classifica generale. Non male. Fa ben sperare, per il “Re di Tavullia” pensare che sia a 56 punti dopo tre Gran Premi nei quali ha corso praticamente sulla difensiva, dato che il feeling con la sua nuova moto non è certo ancora al massimo. La Yamaha, come era chiaro fino al Warm-up, si sarebbe dovuta giocare le proprie carte con Vinales che, ahilui, ha rovinato la sua corsa con una uscita di pista davvero banale. Un errore sulla lunga curva 17-18 che gli regala uno “zero” quanto mai pesante.

Chi non ride, per usare un eufemismo, è la Ducati. Male, ancora una volta ma, quantomeno, rispetto all’Argentina, questa volta Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo arrivano al traguardo. Lo fanno, sì, ma in una maniera anonima che fa davvero preoccupare. Sesto Dovizioso, che ha visto a enorme distanza sia i primi, sia la coppia Johann Zarco (Yamaha Tech3) e Cal Crutchlow (LCR Honda) mentre fa addirittura peggio il suo neo compagno di scuderia spagnolo che arranca in nona posizione con un ritardo abissale dai migliori e con la beffa ulteriore di essere stato sorpassato addirittura da Andrea Iannone (Suzuki) e Danilo Petrucci (OCTO Pramac) in chiusura di gara. La Desmosedici non sta facendo i passi in avanti che a Borgo Panigale si aspettavano e l’inizio di stagione è davvero da mettersi le mani nei capelli.

Le sorprese di giornata sono state Johann Zarco che, quinto alla fine, conferma di essere sbarcato in MotoGP senza nessun timore reverenziale (il contatto con Rossi a inizio gara lo conferma) e con la chiara intenzione di lasciare traccia sin da subito. Assieme al francese non possiamo non citare il nostro Andrea Iannone (orfano del compagno Alex Rins) che, dopo un weekend non propriamente scintillante, ha scelto la strategia di Marquez (puntando sulla Hard al posteriore) che gli ha permesso di mettere in scena una rimonta inesorabile che l’ha portato dalla dodicesima fino alla settima posizione. Giungere al traguardo davanti a Lorenzo, poi, siamo certi che sia la ciliegina giusta sulla torta per il pilota di Vasto.

Buone prove di Danilo Petrucci e Jack Miller (EG 0,0 VDS) che chiudono nei primi dieci e svoltano dopo qualche settimana con pochi sorrisi. Cal Crutchlow arriva quinto sotto la bandiera a scacchi, ma per l’inglese non possiamo più parlare di sorpresa. Ormai è stabilmente, con pieno merito, nelle posizioni che contano.

Nelle retrovie notizie poco incoraggianti per Aprilia e KTM tra problemi di affidabilità vari che li costringono a chiudere quasi sempre il gruppo.

Alessandro.passanti@oasport.it

FOTO: Marco Fattori.

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