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Ciclismo, Strade Bianche 2017. Il sogno di Trentin: “Ridare la Milano-Sanremo all’Italia dopo 11 anni sarebbe da sballo”

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Tra i possibili outsider presenti alle Strade Bianche 2017 che si terrà sabato 4 marzo c’è sicuramente Matteo Trentin, il quale prenderà il via come uno degli uomini di maggior spessore nelle fila della QuickStep-Floors. Il corridore trentino ha voluto esprimere le proprie sensazioni sulla corsa in una recente intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “La condizione è brillante, il morale alto, ho cominciato la stagione col piede giusto. È una corsa che mi piace da morire. Nessuna gara al mondo si corre in uno scenario così spettacolare, nessun arrivo è così suggestivo come Piazza del Campo. Tutti ce la invidiano. E non c’è classica che, in così poco tempo, sia diventata tanto ambita dai corridori e anche tanto attesa dagli appassionati. Ormai è una delle corse di riferimento del calendario. Basta scorrere l’elenco iscritti”. “L’ho corsa due volte: 13° tre anni fa, 19° nel 2016 – aggiunge l’azzurro – Sullo sterrato mi trovo a mio agio, anche se la preferivo quando non c’era la salita delle Tolfe. Per me è un po’ duretta. Ma sto bene e non mi tiro indietro“.

L’atleta di Borgo Valsugana si presenta a questo appuntamento forte di due ottimi posizionamenti centrati in Belgio la scorsa settimana, dove si è classificato all’interno della Top 10 lanciando dunque buoni segnali in vista degli appuntamenti clou della stagione.Fare gara di testa sino alla fine in due corse così esigenti nel giro di 24 ore mi ha molto soddisfatto. Poi sì, qualche rimpianto, soprattutto per il finale di sabato, ci può stare. Per domenica invece no, anche se ho letto qualche critica sul mio conto. Ho giocato l’azzardo e mi è andata male: stop. Non volevo regalare la corsa a Sagan, e finire secondo non m’interessava: sei sempre il primo dei battuti”.

Non è potuto mancare, infine, un accenno agli obiettivi futuri: “Conosco il mio ruolo in squadra e cerco di sfruttare le occasioni. Nel frattempo cresco di anno in anno. La corsa che vale una carriera? Il Fiandre è la classica dei sogni, la Roubaix è la più affascinante. Ma forse, in questo momento, quella più adatta a me è la Sanremo. L’anno scorso, per giunta con Gaviria che si stava giocando la vittoria, ero lì. Chissà, magari quest’anno… Essere quello che ridà la Classicissima all’Italia dopo undici anni sarebbe da sballo“.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Marco Cometto/Boschetti

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