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Superbike, Gara-2 Phillip Island 2017 – Le pagelle: Rea, Davies e Melandri promossi a pieni voti. Da rivalutare Sykes, Honda buio pesto

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Jonathan Rea (1°, Kawasaki) 10: parte in terza fila per via dell’inversione della griglia a seguito del piazzamento di gara-1, torna su in un amen, occupando le posizioni di vertice con autorevolezza, riuscendo a prevalere con un “colpo di reni” ancora su Chaz Davies. Nonostante abbia dovuto impostare una gara più di muscoli all’inizio, data la necessità di risalire in fretta il gruppo, anche stavolta non ha commesso alcuna sbavatura, dimostrando una capacità di gestione della corsa spettacolare ed in un certo senso anche frustrante per i suoi avversari diretti. Perfetto.

Chaz Davies (2°, Ducati) 9,5: anche lui costretto a partire dalla terza fila, è chiamato a disputare una gara di rimonta che riesce a portare a termine in maniera impeccabile, dimostrando grande lucidità in fase di sorpasso. Gli è mancato “solo” lo spunto per superare Rea, ma forse memore dell’esperienza del 2016, dove per provarci a tutti i costi si stese in gara-2 perdendo punti preziosi dal rivale, è stato saggio evitare forzature inutili.

Marco Melandri (3°, Ducati) 9: come i suoi colleghi sul podio, parte molto indietro (10°) ma riesce a mettere in pista una rimonta notevole. Forse gli è mancata quella determinazione in alcuni frangenti, specie laddove serve forzare i tempi per superare un avversario più lento ed imporre il proprio ritmo, figlia di una disabitudine alla bagarre più che comprensibile, essendo stato lontano dalle gare praticamente un anno e mezzo. La velocità c’è stata, e questo è un punto di partenza importante in ottica futura.

Alex Lowes (4°, Yamaha) 8,5: un’altra volta ancora gli è mancato poco per salire sul podio. Ciò non toglie comunque nulla alla qualità della prestazione fornita dall’inglese, capace di stare con piloti e moto che l’anno scorso Yamaha ha raramente bazzicato. Ed in gara-2, pur mantenendo uno stile aggressivo e coriaceo, non ha causato situazioni pericolose o nocive per gli avversari.

Xavi Fores (5°, Ducati) 8: il suo fine settimana australiano è stato davvero positivo, e gara-2 sublima il feeling che il pilota spagnolo ha dimostrato con moto e circuito. La sua gara assume grande valore se consideriamo che, tra i primi al traguardo, lui è l’unico a non avere a disposizione un mezzo con supporto ufficiale. Peccato debba cedere il passo negli ultimissimi giri, ma la sua prestazione resta eccellente.

Tom Sykes (6°, Kawasaki) 6: sufficienza stiracchiata per l’inglese, chiamato anche lui a partire dalla terza fila su di una pista mai veramente amica. Dopo un inizio controllato torna su molto bene, dando l’impressione di potersi giocare posizioni importanti con i suoi diretti avversari, ma non riesce mai veramente ad inserirsi anche solo nella lotta per il podio, perdendo progressivamente contatto dalla top5.

Lorenzo Savadori (9°, Aprilia) 6,5: parte dalla quarta fila, rimonta qualche posizione, ma da l’idea che come potenziale velocistico potesse fare anche meglio, se fosse scattato da una casella in griglia migliore. Positivo aver smosso la classifica dopo lo zero di ieri, ma soprattutto aver rifilato ben 9 secondi al proprio compagno di squadra, Eugene Laverty, che sul tracciato australiano solitamente ha sempre fatto vedere ottime cose.

Honda (Stefan Bradl 15°, Nicky Hayden ritirato) 4: la nuova Fireblade della casa nipponica è arrivata in ritardo al team Ten Kate, e perciò era prevedibile che potessero esserci delle difficoltà ad essere competitivi sin da subito. Tuttavia, è davvero sconfortante vedere una casa così prestigiosa, con alla guida due piloti di sicuro valore per la categoria, annaspare sempre fuori dalla top10, anche sul giro singolo, giocandosela a fatica con i team privati.

L’inversione della griglia sulla base dei risultati di gara1 5: la nuova regola, atta a movimentare maggiormente la seconda manche del fine settimana di gare, ha parzialmente raggiunto il proprio obiettivo, creando molto scompiglio nelle prime fasi e permettendo ad alcuni piloti (ed alcuni sponsor) di essere inquadrati con maggiore frequenza rispetto al solito. Tuttavia, i valori in campo alla fine sono ugualmente emersi, come preventivabile. Fermo restando che le posizioni in griglia dovrebbero sempre e solo essere decise dal turno di qualifica, e non da una scelta fatta per creare spettacolo in maniera artificiosa, innaturale e forzata. Insomma, questa novità non convince.

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